Solidarietà a Don Ciotti: noi non archiviamo!

Solidarietà e don Ciotti e a Libera: noi non archiviamo. Ho atteso anche io insieme a tanti, che terminasse l’udienza al Tribunale di Milano nella quale l’avv. Enza Rando per conto di don Ciotti e di Libera si è opposta alla richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura di Milano rispetto alle minacce di Riina contro don Ciotti. La richiesta di archiviazione da parte della Procura di Milano lascia perplessi perché Riina non è ne’ un innocuo vecchietto che brontola, ne’ un boss mafioso che, collaborando con la giustizia, abbia rotto il vincolo con l’organizzazione criminale. Riina è a tutti gli effetti un boss di Cosa Nostra che non usa a caso le parole: ecco perché esiste il 41 bis che deve impedire ai boss di comunicare con l’esterno. In quello stesso periodo Riina dal carcere minacciava di morte il dott. Di Matteo. Tanto a don Ciotti quando al PM Di Matteo furono innalzate le misure di protezione proprio a seguito di quelle minacce rese pubbliche dai media: vuol dire che chi ha avuto la responsabilità di valutare il rischio, non ha sottovalutato l’episodio. In ogni caso nessuno di noi intende archiviare ne’ queste minacce, ne’ la storia di Riina, fatta di violenza e potere criminale. Anzi: abbiamo ben chiaro quanto siano ancora vitali certi nodi di quella rete mafiosa, quanto siano ancora pericolosi e quanto avvelenino la nostra democrazia. Le latitanze di Messina Denaro e di Amedeo Matacena sono due facce della stessa medaglia.

Indignamoci per Riina e Matacena

(ANSA) – ROMA, 8 APR – “Ci siamo giustamente indignati per le parole mafiose veicolate a mezzo Rai da Riina junior: dovremmo avvertire la medesima indignazione per le parole spudorate di chi, come Amedeo Matacena condannato per mafia, si sente intoccabile e a mezzo stampa continua a dichiarare da tre anni che nessuno lo riportera’ in Italia. Oggi c’e’ il Consiglio dei Ministri: un’altra occasione buona. Coraggio!”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, che torna a sollecitare che il Consiglio dei ministri esamini e vari il Trattato di cooperazione giudiziaria e quello di estradizione tra Emirati Arabi e Italia, che sono gia’ stati predisposti. “Quando martedi’ scorso il Ministro Gentiloni ha riferito in Aula alla Camera sul caso Regeni, sono rimasto positivamente colpito dal modo con cui il Ministro ha declinato il concetto di ragion di Stato, dicendo che l’unica ‘ragione’ di Stato sono la verita’ e la dignita’ per Giulio Regeni. Qual’e’ la ‘ragione’ di Stato nei rapporti con gli Emirati Arabi? Perche’ il Trattato di cooperazione giudiziaria e’ saltato fuori dal Consiglio dei ministri del 3 marzo e non se ne sa piu’ niente? Perche’ l’Italia non fa uno sforzo per consegnare alla giustizia i latitanti e i riciclatori che usano Dubai come base? C’e’ il terrore degli altri, ma c’e’ il terrore domestico generato quotidianamente da organizzazioni come la ‘ndrangheta: che segnale e’ per magistrati, forze dell’ordine, cittadini lasciare condannati e ricercati per mafia liberi in Paesi come gli Emirati che pure sono partner strategici dell’Italia sul piano commerciale?”, si chiede il deputato dem.

Vespa e Riina: verificare reato di favoreggiamento

(ANSA) – ROMA, 7 APR – Verificare se non vi siano gli estremi per favoreggiamento aggravato nei confronti di Bruno Vespa. E’ quanto chiede di fare il deputato Pd Davide Mattiello, secondo il quale “non si puo’ escludere che Giuseppe Salvatore Riina abbia voluto mandare un messaggio a quel che resta dell’organizzazione Cosa Nostra e alle stesse Istituzioni”. Per questo il deputato, che e’ componente della Commissione Antimafia, auspica “che in ogni competente sede istituzionale si vogliano fare le opportune verifiche, per capire se sia fondata la preoccupazione che il Riina abbia, almeno su questo punto, parlato da affiliato a Cosa Nostra e se di conseguenza siano rintracciabili nel comportamento di Vespa i profili previsti dal reato di favoreggiamento aggravato dall’art. 7, essendosi prestato all’ipotizzabile tentativo del Riina”. Mattiello parte dal “profilo criminale di Giuseppe Salvatore Riina, certificato nella sentenza di condanna definitiva per 416 bis ed estorsione a 8 anni e 10 mesi di carcere” e prosegue considerando “che mai il Riina ha dimostrato di prendere le distanze dal sodalizio mafioso, nell’unico modo riconosciuto dalla legge, cioe’ collaborando con la giustizia italiana”. “Considerato che – scrive – fino a prova contraria il sodalizio mafioso dei Riina e’ da intendersi senza soluzioni di continuita’. Considerato l’atteggiamento di Cosa Nostra e di Salvatore Riina in particolare, sui cosi’ detti ‘pentiti’, tanto che la revisione della legge sui collaboratori era uno dei punti prioritari del famigerato ‘papello’. Considerato che in questo periodo sono aperti diversi delicati processi che contano anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Considerato che verosimilmente di tutto cio’ il giornalista Bruno Vespa era edotto. Considerato che durante l’intervista di ieri sera Giuseppe Salvatore Riina si e’ generalmente rifiutato di rispondere nel merito dell’esperienza mafiosa rivendicando l’esclusivo ruolo di ‘figlio’, tranne che sulla questione dei collaboratori di giustizia, sulla quale invece e’ entrato pesantemente nel merito, per altro introdotto dalle parole di Vespa ‘lei ha ragione quando dice..’”, dato tutto questo, Mattiello chiede di verificare la sussistenza del reato di favoreggiamento aggravato.

Pacchetto che riforma codice antimafia di Orlando e’ serio

(ANSA) – ROMA, 2 SET – “Il pacchetto di norme che riforma il Codice Antimafia, introduce l’auto-riciclaggio, rafforza il falso in bilancio, potenzia l’Agenzia Nazionale, voluto dal Ministro Orlando e firmato insieme al Ministro Alfano e’ il modo serio e concreto per continuare la battaglia contro le mafie, soprattutto quelle silenti, che non usano bombe e kalashnikov, ma la forza dell’intimidazione ambientale e del denaro contante per invadere l’economia legale”. A sostenerlo e’ il parlamentare Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia. “Il Governo, insieme ai Presidenti di Camera e Senato – prosegue l’esponente del Pd – scelga per questo pacchetto l’iter parlamentare piu’ veloce e sicuro e le forze politiche si impegnino a collaborare perche’ queste norme attese e ampiamente condivise diventino applicabili. Per quanto riguarda le frasi di Riina: sono captate attraverso intercettazioni investigative relative a processi in corso. Chi ha compiti istituzionali di indagine e protezione – conclude Mattiello – ha il dovere di prendere sul serio ogni parola, per il resto sarebbe meglio non agevolare il compito al boss che cerca di mandare ordini e messaggi all’esterno, continuando ad amplificarli. Una lezione che dovremmo aver imparato fin dal tempo delle BR’”

Sul trasferimento di Totò Riina…

Ho annunciato una interrogazione al ministro della Giustizia sull’episodio del malore che ha colpito il boss di Cosa Nostra Toto’ Riina, detenuto nel carcere di Opera. “Riina e’ stato protagonista nei giorni scorsi di una vicenda dai contorni oscuri, mittente di minacce nei confronti dei magistrati di Palermo e destinatario, a sua volta, di un’intimidazione contenuto in una lettera della fantomatica Falange Armata. Per tutti questi motivi chiediamo al ministro della Giustizia di confermare che il suo momentaneo e breve trasferimento in ospedale fosse indispensabile, che le strutture mediche del carcere non fossero sufficienti per i dovuti accertamenti medici e di verificare puntualmente con quali persone Riina sia entrato in contatto nel corso dell’episodio.