Napoli: seguire i soldi e non fermarsi al sangue

(ANSA) – ROMA, 24 APR – “Il problema è sempre lo stesso: seguire i soldi e non fermarsi al sangue. E’ la stessa cosa che vale per Napoli dove si è ancora sparato per le strade: padre Alex Zanotelli, ha ribadito una verità nota e cioè che Napoli è diventata la più importante piazza di spaccio d’Europa e che per questo gli interessi sono fortissimi. Ma allora la questione è: dove vanno tutti quei soldi? Chi li pulisce? Dove?”. A chiederselo su Fb è il deputato Pd Davide Mattiello.
“Servono professionisti specializzati, servono coperture politiche, servono i paradisi fiscali, perché è una montagna si soldi. Così torna in mente una delle più recenti inchieste della Dia/Dda di Napoli, che metteva in luce un giro di riciclaggio internazionale di denaro che aveva tra le sponde del "flipper” Dubai negli Emirati Arabi… Già proprio quella Dubai dove sta latitante dall’agosto del 2013 Amadeo Matacena, in compagnia di altri soggetti pretesi dalla Giustizia italiana, come Andrea Nucera. Quegli Emirati Arabi con i quali per ragioni raffinatissime pare impossibile concludere un trattato di cooperazione giudiziaria, ma con i quali è naturale fare enormi affari. E così il cerchio si chiude. Sembra di essere in uno dei pezzi di Zuzzurro&Gaspare del Drive in.. ma non fa ridere", conclude il deputato.

Le primarie non possono restare un fatto tra privati: legalizziamole.

(ANSA) ROMA, 9 MAR – “Legalizzare le primarie per alzare il livello di guardia”. E’ quanto chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, intervenendo sulle primarie. “I fatti di Napoli – osserva Mattiello – ripropongono una questione che avevamo evidenziato fin dalla riforma del 416 ter: fino a quando le primarie non saranno previste in legge, resteranno un fatto tra privati e quindi non sara’ possibile tutelarle con gli strumenti del diritto penale. Questo non vuol dire renderle obbligatorie, i partiti sarebbero liberi di usare o non usare questo strumento, ma se decidessero di usarlo, saprebbero di adoperare uno strumento regolato dalla legge e quindi elevato a interesse pubblico. L’affermazione della legalita’ nel nostro Parse passa anche da scelte del genere”, conclude il deputato.

Solidarietà agli agenti di Napoli

(ANSA) – ROMA, 25 SET – “E’ doveroso esprimere massima solidarieta’ agli agenti colpiti a Napoli, evitando di derubricare a violenza comune quella che e’ e resta violenza di tipo mafioso”. Lo afferma il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Chi ha sparato – sostiene il deputato – lo ha fatto con la consapevolezza di ribadire il controllo criminale del territorio anche contro lo Stato: e’ l’essenza del 416 bis, e’ il cuore della forza intimidatrice del vincolo associativo, che puo’ sicuramente evolvere in altre manifestazioni, come ha mostrato Mafia Capitale, ma che ha la propria storica radice in questo modello. Sara’ pure una mafia scomposta, come gli investigatori piu’ avveduti hanno da tempo messo in evidenza, ma pur sempre di forma mafiosa si tratta. Lo Stato – conclude Mattiello – deve trarne tutte le conseguenze, guai ad abbassare il tiro, usando parole rassicuranti: sarebbe tra l’altro un modo per esporre ad un rischio ancora piu’ alto, uomini e donne delle forze dell’ordine”.

Ma che vergogna è? Testimoni di Giustizia esposti e minacciati..

(ANSA) – ROMA, 16 DIC – Riformare la normativa sui testimoni di giustizia, prima di pensare alle mail anonime contro la corruzione nella pubblica amministrazione: lo chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “L’omerta’ – dice – e’ un problema culturale molto radicato nel nostro Paese e lo sappiamo. Di omerta’ vive il patto tra corrotto e corruttore, di omerta’ vivono le mafie. Quando corruzione e mafia si saldano come in Mafia Capitale, l’effetto e’ terribile. Nel nostro Paese i testimoni di giustizia sono ancora delle mosche bianche: sono cittadini onesti, che avrebbero da guadagnare a farsi i fatti propri, a convivere con l’illegalita’, e invece decidono di denunciare, mettendoci la faccia e facendo nomi e cognomi”. “Queste persone – denuncia Mattiello – pagano un prezzo troppo alto e sembra talvolta che lo Stato preferisca scaricarle: dov’e’ il decreto attuativo atteso da un anno, per inserire nel lavoro, chi diversamente non ce la fa? Perso tra i Ministeri, pur avendo passato due volte il vaglio del Consiglio di Stato”. L’esponente dem rende poi noto che a Napoli, in un delicato processo su fatti di camorra riferiti al clan D’Alessandro, testimoni e vittime ritrattano le dichiarazioni precedentemente rese: “ma come e’ possibile che non si adoperi lo strumento dell’incidente probatorio, evitando a questi soggetti di esporsi ulteriormente in dibattimento?”, si chiede. “Insomma: prima di pensare alle mail anonime contro la corruzione, bisogna pensare ad una maggior tutela di chi denuncia facendo nomi e cognomi. Altrimenti il rischio di passare dalla padella nella brace, ovvero dall’omerta’ alla delazione infamante, sara’ altissimo”, conclude Mattiello