Vespa e Riina: verificare reato di favoreggiamento

(ANSA) – ROMA, 7 APR – Verificare se non vi siano gli estremi per favoreggiamento aggravato nei confronti di Bruno Vespa. E’ quanto chiede di fare il deputato Pd Davide Mattiello, secondo il quale “non si puo’ escludere che Giuseppe Salvatore Riina abbia voluto mandare un messaggio a quel che resta dell’organizzazione Cosa Nostra e alle stesse Istituzioni”. Per questo il deputato, che e’ componente della Commissione Antimafia, auspica “che in ogni competente sede istituzionale si vogliano fare le opportune verifiche, per capire se sia fondata la preoccupazione che il Riina abbia, almeno su questo punto, parlato da affiliato a Cosa Nostra e se di conseguenza siano rintracciabili nel comportamento di Vespa i profili previsti dal reato di favoreggiamento aggravato dall’art. 7, essendosi prestato all’ipotizzabile tentativo del Riina”. Mattiello parte dal “profilo criminale di Giuseppe Salvatore Riina, certificato nella sentenza di condanna definitiva per 416 bis ed estorsione a 8 anni e 10 mesi di carcere” e prosegue considerando “che mai il Riina ha dimostrato di prendere le distanze dal sodalizio mafioso, nell’unico modo riconosciuto dalla legge, cioe’ collaborando con la giustizia italiana”. “Considerato che – scrive – fino a prova contraria il sodalizio mafioso dei Riina e’ da intendersi senza soluzioni di continuita’. Considerato l’atteggiamento di Cosa Nostra e di Salvatore Riina in particolare, sui cosi’ detti ‘pentiti’, tanto che la revisione della legge sui collaboratori era uno dei punti prioritari del famigerato ‘papello’. Considerato che in questo periodo sono aperti diversi delicati processi che contano anche sulle dichiarazioni di collaboratori di giustizia. Considerato che verosimilmente di tutto cio’ il giornalista Bruno Vespa era edotto. Considerato che durante l’intervista di ieri sera Giuseppe Salvatore Riina si e’ generalmente rifiutato di rispondere nel merito dell’esperienza mafiosa rivendicando l’esclusivo ruolo di ‘figlio’, tranne che sulla questione dei collaboratori di giustizia, sulla quale invece e’ entrato pesantemente nel merito, per altro introdotto dalle parole di Vespa ‘lei ha ragione quando dice..’”, dato tutto questo, Mattiello chiede di verificare la sussistenza del reato di favoreggiamento aggravato.

Cresce la preoccupazione sulla gestione dell’Agenzia dei beni confiscati

“Cresce la preoccupazione sull’attuale gestione dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati. Da quando il Prefetto Postiglione ha assunto la guida dell’importante struttura che deve disporre la destinazione dei beni definitivamente confiscati alla mafia, nulla o quasi si muove”. Lo afferma Davide Mattiello, Pd, componente della Commissione Antimafia. “Eppure – osserva – la materia e’ scottante, il sistema rischia di collassare: le aziende confiscate falliscono, ci sono immobili confiscati ancora nella disponibilita’ dei clan, su questo punto soltanto la scorsa settimana denunciavo la situazione di Genova. Eppure i segnali di attenzione e responsabilita’ si moltiplicano: ieri il Consiglio Regionale del Piemonte ha approvato all’unanimita’ una mozione che impegna la Giunta a farsi carico dell’utilizzo sociale del Castello di Miasino, confiscato da anni e surrettiziamente ancora gestito da persone riconducibili al prevenuto. Oggi la Commissione Giustizia della Camera riprende l’esame del testo base che punta a riformare la materia, prevedendo nuovi strumenti e maggiore efficacia del sistema. Insomma, all’appello manca soltanto l’Agenzia. Credo – conclude Mattiello – sarebbe opportuno risentire il Prefetto Postiglione in Commissione Antimafia”. (ANSA)

Io domani porto un fiore per Carlo Alberto Dalla Chiesa. Il 3 Settembre del 1982 veniva ucciso a Palermo, dove era stato fatto Prefetto per combattere la mafia. 100 giorni è durata la sua ultima battaglia. 100 giorni nei quali la sua lealtà istituzionale e la sua passione civica l’hanno costretto a denunciare i gravi limiti del suo mandato: non aveva i poteri che aveva chiesto. Un fiore per Dalla Chiesa, per rispetto e per riflesso. Riflesso sulla nostra responsabilità a fare oggi con dedizione e determinazione quanto possiamo per difendere la Repubblica, facendo fiorire la Democrazia, accettando la sfida del potere, sapendo che “soltanto chi non spezza il pane, non fa briciole”. Io i miei fiori li porto al monumento dedicato ai carabinieri che sta ai Giardini Reali a Torino.