Il nuovo codice antimafia è Legge dello Stato

Il nuovo Codice Antimafia finalmente risolve tanti nodi che hanno afflitto fino a qui la confisca dei patrimoni criminali. Lo ha detto il CSM e con la stessa chiarezza lo ha detto il Procuratore Nazionale Anti mafia Roberti. Mente, sapendo di mentire chi dice che d’ora innanzi basterà un semplice indizio di colpevolezza per vedersi confiscare l’azienda: l’indizio di colpevolezza è soltanto l’innesco delle verifiche patrimoniali. Il sequestro scatta solo quando un giudice terzo conferma che il sospettato ha nella disponibilità un patrimonio di provenienza illecita. Con tutta la corruzione organizzata che corrode il nostro Paese quotidianamente è davvero curioso sentire quelli che si dichiarano contro la corruzione ma poi fanno mille distinguo e votano contro. Abbiamo potenziato l’Agenzia Nazionale, abbiamo moltiplicato gli strumenti a sostegno della gestione di immobili e aziende, abbiamo aumentato le garanzie per il proposto e per i terzi di buona fede, abbiamo reso l’amministrazione giudiziaria più trasparente e rigorosa. Abbiamo fatto arrivare ad approvazione una proposta di legge di iniziativa popolare e abbiamo tradotto in legge le regole di rigore applicate dal Presidente del Parco Nebrodi Antoci e le proposte della Commissione Antimafia. Insomma c’è di che essere soddisfatti.

 

#adesso – Codice antimafia: domani al voto emendamenti in Commissione

Verranno votati domani in Commissione Giustizia gli emendamenti presentati al codice Antimafia che dal 25 settembre prossimo ritornerà all’esame dell’aula della Camera. Oggi gli esponenti di Ncd e Sinistra Italiana hanno dichiarato in Commissione di non aver presentato emendamenti affinché il testo del codice possa essere approvato al più presto e senza ulteriori modifiche dall’aula della Camera. Continuano a rimanere critici i Cinque Stelle. Il relatore, Davide Mattiello (Pd) ha chiesto il ritiro degli emendamenti che quindi domani, se non ritirati, verranno bocciati. L’approvazione definitiva del nuovo codice antimafia, se non ci saranno intoppi potrebbe avvenire nella prima settimana di ottobre.

Sulla corruzione nel Codice Antimafia

Ma davvero con la riforma dell’art 1 del Codice Antimafia che allarga agli indiziati di corruzione la possibilità di applicare la prevenzione patrimoniale stiamo facendo una sciocchezza?

E’ stato detto che chi sia indiziato di vivere abitualmente di proventi illeciti già oggi è sottoponibile alla prevenzione patrimoniale, vero.

E’ stato detto che i mafiosi indiziati di usare la corruzione già oggi sono sottoponibili alla prevenzione patrimoniale, vero.

E’ stato detto che chi sia condannato per corruzione già oggi subisce la confisca penale e anche la confisca penale per sproporzione, vero.

Esiste allora uno “spazio” tra queste tre fattispecie che possa giustificare la necessità della nostra riforma dell’art.1?

Credo di si, e faccio l’esempio che a me sta più a cuore.

Sono convinto che il nostro tempo sia segnato dalla formazione di una criminalità organizzata che si caratterizza per segretezza, capacità di dirottare il processo di formazione della volontà pubblica, transnazionalità, digitalizzazione funzionale al controllo, al ricatto e al riciclaggio.

Questa convinzione nasce dalla osservazione di fatti soltanto apparentemente scollegati: dal disastro provocato dal virus “Wannacry” alla inchiesta “Occhionero” passando per la P4, i Panama Papers, fino ai più recenti attacchi hacker alla banca dati del Ministero degli Esteri.

Fenomeni che hanno una potenzialità eversiva per l’ordine democratico paragonabile alle organizzazioni terroristiche. Forse è per questo che proprio il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, Franco Roberti, sia stato tra i primi a cogliere l’importanza di questa estensione normativa.

E’ sicuramente questo il motivo che mi ha spinto a depositare una proposta di legge modificativa della, così detta “Legge Anselmi”.

Queste organizzazioni sono qualificabili come mafiose alla luce del 416 bis? Inizialmente credo di no, anche se è probabile che evolvendo possano maturare quella “forza intimidatrice del vincolo associativo” che genera omertà e assoggettamento, che le farebbe rientrare nel 416 bis, con o senza la presenza di mafiosi appartenenti alle tradizionali organizzazioni.

Dobbiamo aspettare che diventino mafie a tutti gli effetti per contrastarle? Se lo Stato avesse contrastato la prepotenza dei campieri e debellato le coperture borghesi, sostenendo il movimento dei braccianti agricoli siciliani, forse non avremmo avuto la Cosa Nostra delle stragi.

Quindi perché aspettare?

Questo tipo di organizzazione rappresenta un pericolo per la democrazia sufficiente a giustificare l’utilizzo di quell’arma non convenzionale che sono le misure di prevenzione patrimoniale? Credo proprio di si, per le stesse ragioni che spinsero Pio La Torre ad immaginarle per le mafie tra gli anni ’70 e gli anni ’80. Il patrimonio così accumulato e riconducibile a queste organizzazioni è di per se’ stesso pericoloso tanto per la democrazia quanto per il mercato e va eliminato dalla disponibilità delle organizzazioni medesime a prescindere dall’esito di processi penali che sanzionino le condotte personali più o meno associate.

Ecco che imbattersi in un soggetto seriamente indiziato di un reato contro la PA (non indiziato quindi di appartenere ad organizzazione mafiosa e nemmeno di vivere abitualmente di proventi illeciti), può significare imbattersi in una articolazione di questo tipo di sistema criminale. Può questa circostanza essere condizione sufficiente per avviare una indagine patrimoniale? Credo proprio di si. E qualora questa indagine patrimoniale mettesse in evidenza la disponibilità di beni di un valore incompatibile con il reddito dichiarato o l’attività economica svolta, sarebbe ragionevole procedere ad un sequestro di prevenzione? Credo proprio di si.

La prevenzione patrimoniale punta ad eliminare quel pericolo oggettivo rappresentato dalla ricchezza velenosa prodotta da condotte illecite, per sanzionare le quali c’è il processo penale: finalità e percorsi sono, o dovrebbero essere, chiaramente distinti.

Credo di non sbagliare dicendo che Pio La Torre, immaginando le misure di prevenzione patrimoniali in quel periodo storico, abbia voluto creare uno strumento di aggressione economica che prescindesse da quello penale, per arrivare prima della giustizia penale, se non sul piano della limitazione della libertà personale attraverso la detenzione (cosa che sarebbe stata e sarebbe intollerabile), almeno sul piano della ablazione della ricchezza. Forse fu anche una strategia per battere quella maledetta e mitica impunità che allora (Pio La Torre non vedrà mai funzionare il 416 bis) i mafiosi vantavano in maggioranza quando sottoposti al processo penale. Mutatis mutandis: oggi dovremmo parlare della impunità penale di cui troppo spesso godono i così detti “colletti bianchi” funzionali al tipo di operazioni cui mi riferisco sopra.

Credo che sarebbe stupido rifare da capo gli stessi “errori” che per 40 anni di storia repubblicana abbiamo fatto, perseguendo le singole condotte penalmente rilevanti, senza aggredire il sistema nel suo complesso, come poi avremmo fatto dall’82 in avanti, con ottimi risultati.

L’Europa, e non soltanto, dovrà imparare a fare i conti con questo tipo di organizzazione criminale, alzando gli scudi anche attraverso la prevenzione patrimoniale e sono convinto che ci metterà di meno a comprendere la portata di questa sfida rispetto a quanto ci abbia messo a comprendere la specificità della minaccia mafiosa. Per tanto non credo che ci sia il rischio che l’estensione dell’art. 1 provochi il rigetto di tutto il sistema della prevenzione patrimoniale, anzi scommetto che proprio per questo tramite se ne capiranno legittimità ed efficacia.

PS

E’ stato detto che il semplice indizio di colpevolezza fa scattare il sequestro patrimoniale, è falso. L’indizio di colpevolezza è soltanto l’innesco, a questo segue l’indagine patrimoniale che deve verificare la oggettiva disponibilità di una ricchezza non spiegabile col reddito dichiarato o con l’attività economica del soggetto indiziato.

E’ stato detto che il soggetto che subisce il sequestro patrimoniale è vittima di un provvedimento barbaro ed incivile, è falso. Il sequestro è soltanto il primo atto di un procedimento che ormai è sempre più paragonabile ad un processo penale sul piano delle garanzie della difesa e dei terzi coinvolti. La metà della riforma del Codice Antimafia ha ad oggetto proprio il miglioramento del procedimento, l’abbreviazione dei tempi, la maggiore trasparenza.

E’ stato detto che questo ampliamento metterà in ginocchio le imprese, è falso. Proprio la nostra riforma prevede l’introduzione dell’istituto del “controllo giudiziario” per le imprese (art. 34 bis. In aggiunta all’istituto dell’amministrazione giudiziaria ex art. 34), che non conduce ne’ all’ablazione, ne’ allo spossessamento, ma ad un rigoroso e temporaneo controllo da parte dello Stato.

E’ stato detto che il sistema della prevenzione patrimoniale riguarda soltanto la mafia, è falso. Già oggi riguarda pure indiziati di altri delitti che non sono il 416 bis (per esempio tutti quelli cui si fa riferimento con l’art. 51 come 3 bis del cpp), e, senza che ci fossero levate di scudi, con questa riforma abbiamo ulteriormente allargato la platea agli indiziati di terrorismo. Dal che ancora di più si stenta a capire il motivo della rivolta per la corruzione.

E’ stato detto che la corruzione nel nostro Paese è un falso problema, strumentalmente enfatizzato… (cfr Papa Francesco)

 

Davide Mattiello

Roma, 7 Luglio 2017

Processo penale: sia messa la Fiducia

C’è un solo modo per essere certi di chiudere la partita sul processo penale: mettere la fiducia alla Camera come è stato fatto al Senato. Condivido le parole della Sottosegretaria alla Giustizia Chiavaroli, perché sulle intercettazioni bisogna sempre partire dalla premessa contenuta nella Costituzione che sancisce la sacralità della privacy nelle comunicazioni tra privati. Diversamente saremmo in uno Stato di Polizia e invece la nostra è una Repubblica fondata su una Costituzione antifascista. Ciò posto. le intercettazioni sono uno strumento investigativo altrettanto importante e la legge, che si perfeziona attraverso il testo di riforma del processo penale che dobbiamo votare la prossima settimana, disciplina l’equilibrio che deve esserci tra esigenze di giustizia ed libertà fondamentali. Per altro la nostra linea è in sintonia con quanto alcune delle principali Procure italiane hanno già stabilito autonomamente rispetto alla gestione di ciò che dopo essere stato intercettato risulti irrilevante ai fini della indagine per cui si procede

Beni confiscati: si voti!

‘il Ministro Minniti ha fissato la linea della mediazione ragionevole sulla riforma. Ora basta: si proceda col voto, senza stravolgere il testo votato alla Camera nel Novembre del 2011 figlio del lavoro della Commissione Parlamentare Antimafia. I magistrati, secondo il testo già votato alla Camera, potranno avvalersi della Agenzia come coadiuzione nella gestione fin dalla fase del sequestro. Certo bisogna tenere fermo il punto sul rafforzamento della Agenzia medesima, cui va un plauso per lo sforzo fatto a normativa vigente per dare più trasparenza e più efficacia al suo lavoro: Open Regio è un bel segnale in questo senso’

Caporalato: ottima la notizia dell’approvazione del ddl in Senato

L’approvazione da parte del Senato è una ottima notizia che rafforza gli strumenti di repressione del caporalato, ma anche di prevenzione e di promozione delle aziende agricole per bene. In questi ultimi anni, insieme al Governo e alla Commissione Antimafia, ci siamo battuti perchè il fenomeno non fosse visto soltanto attraverso lo specifico ruolo del “caporale” ma all’interno di un sistema criminale più complesso, che chiama senz’altro in causa la responsabilità di quegli imprenditori che consapevolmente si avvalgono di manodopera sfruttata. Alcune norme coerenti a questa impostazione stanno anche nel testo che riforma il Codice Antimafia attualmente all’attenzione della Com Giustizia del Senato: auspico che il Senato licenzi al più presto anche questo articolato.

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Egregi,

Le scriventi Associazioni, impegnate da lungo tempo nel sostenere l’obbiettivo che la legge dello Stato si propone, circa il riutilizzo a fini sociali delle aziende e dei beni sequestrati e confiscati alle mafie, da tempo hanno avanzato proposte concrete per migliorare la dotazione strumentale e gestionale in modo
da affrontare con la migliore efficacia possibile le problematiche proposte dalla straordinaria crescita esponenziale delle confische.

Come ben sapete, questo fenomeno rappresenta al tempo stesso una ricchezza economica che in virtù di queste carenze non viene adeguatamente riutilizzato e reimmesso in un circuito di legalità e contemporaneamente coinvolge migliaia di lavoratori.

Ora, dopo anni di confronto, ci troviamo di fronte ad un testo di riforma approvato in prima lettura alla Camera che rappresenta una sintesi efficace di diverse iniziative di natura parlamentare e popolare ( come la legge di iniziativa popolare presentata dalle scriventi associazioni) diffusamente apprezzato e
di cui lo stesso Governo si è fatto carico, assumendo nella Legge di stabilità 2015 alcune parti dando vita ad un fondo di garanzia dedicato.

Sono già passati molti mesi da quella approvazione alla Camera e il testo è ancora fermo in Commissione Giustizia del Senato. È importante che la discussione parlamentare approdi rapidamente
ad una risoluzione definitiva del testo di riforma, atteso da tanto tempo.
Il testo approvato alla Camera può essere migliorato e i lavori al Senato potranno provvedere in tal senso. 

Tuttavia sentiamo la necessità di sottolineare come la traccia che caratterizza la sintesi già disponibile e frutto di un lungo lavoro di confronto non sia stravolta in modo che, il ritorno del testo alla Camera possa consentire una definitiva approvazione.

Cordiali saluti.

p. la CGIL Gianna Fracasi
p. l’ACLI Antonio Russo
p. l’ARCI Francesca Chiavacci
p. Avviso Pubblicco Roberto Montà
p. Legacoop Giancarlo Ferrari
p. Libera Davide Pati
p. Associazione Pio La Torre Vito Lo Monaco
p. SoS Impresa Luigi Cuomo

Riforma Codice Antimafia: auspico Senato confermi le scelte

(ANSA) – ROMA, 17 FEB – “Sono importanti le parole del ministro della Giustizia Andrea Orlando sulla riforma del Codice Antimafia: auspico che il Senato confermi tutte le scelte strategiche fatte nella riforma votata dalla Camera l’11 Novembre”. A dirlo e’ il relatore alla Camera della Riforma, il Pd Davide Mattiello. “A cominciare dalla gestione delle aziende dal momento del sequestro, fino alla eventuale confisca definitiva: noi – precisa Mattiello – abbiamo previsto misure concrete di tutela per i lavoratori, in modo che il procedimento patrimoniale non faccia piu’ rima con fallimento dell’azienda. Ma e’ falso, come invece sento ripetere in questi giorni anche da autorevoli operatori, che la riforma non preveda mai la vendita:  e’ vero il contrario, qualora l’azienda sequestrata si riveli essere una lavatrice di denaro sporco o qualora il bene immobile risulti non valorizzabile diversamente, essi potranno e dovranno essere venduti, evitando ogni spreco di denaro pubblico”. “Cosi’ come e’ falso che la riforma sminuisca il ruolo dell’Agenzia che al contrario abbiamo inteso rafforzare, facendola diventare l’attore principale della gestione provvisoria dei beni immobili e aziendali fin dal momento del sequestro, e l’attore principale della gestione e destinazione di quelli confiscati dal secondo grado. Saranno i decreti del Governo a stabilire come concretamente dare piu’ forza, in termini di personale qualificato, all’Agenzia medesima”, conclude il deputato.

Ancora una volta il meglio rischia di essere nemico del bene.

Sembra proprio che ci sia qualcuno che la riforma del 416 ter non la vuole; faremo di tutto per far sì che questo non avvenga. Non siamo mai stati sordi alle parole di coloro che muovevano delle criticità sia sul testo Camera del 16 luglio sia oggi su questo testo; vorremmo trovare la sintesi più alta di tutte compatibilmente però con l’esigenza di avere la norma funzionante, perchè c’è l’esigenza di averla riforma in tempo utile per questa tornata elettorale.