(ANSA) – ROMA, 20 NOV – “Tempestiva ed efficace l’azione della Dda di Palermo che ha sventato il progetto di attentare la vita del ministro dell’Interno Alfano. Questo dimostra come il 41 bis sia al primo posto nelle preoccupazioni dei mafiosi, esattamente come tra il ‘92 e il ’93”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia. “Bene abbiamo fatto in parlamento – prosegue – quando recentemente, approvando la legge di delega al governo per riformare tra l’altro la normativa penitenziaria, ci siamo impegnati per fissare paletti precisi a salvaguardia del 41 bis che alcuni emendamenti rischiavano di annacquare. Cio’ posto – conclude – sara’ interessante leggere attentamente le intercettazioni nelle mani degli inquirenti per comprendere il contesto nel quale e’ maturato questo progetto criminale. Proporro’ alla commissione Antimafia di acquisirle quanto prima”
Rapporto su accoglienza migranti: no Ministro Alfano, non è questo che ci aspettiamo.
(ANSA) – ROMA, 26 OTT – Il Rapporto sull’accoglienza di migranti e rifugiati in Italia messo a punto dal Dipartimento per l’immigrazione del Viminale e diffuso nei giorni scorsi, “da’ conto della complessita’ del fenomeno e delle dimensioni dell’impegno italiano, ma non e’ questa la relazione che ci aspettiamo a norma del Dl 119 del 2014”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello il giorno dopo la chiusura del vertice europeo sull’immigrazione che ha portato ai primi passi nel tentativo di rallentare e gestire l’esodo di migranti in marcia verso l’Europa.Mattiello ricorda di aver presentato nell’ottobre 2014 l’emendamento che chiedeva una relazione dettagliata sul sistema di accoglienza in Italia, emendamento che fu approvato all’unanimita’, “allora Mafia Capitale non era ancora scoppiata ma il timore che qualcuno stesse speculando sulla pelle dei migranti era forte”. “La norma – prosegue il deputato – prevede che il 30 giugno di ogni anno il Governo fornisca una rendicontazione dettagliata sulla spesa pubblica funzionale al sistema di prima accoglienza: quanti soldi, dati a chi e per fare cosa. La trasparenza su questi dati e’ un elemento fondamentale di monitoraggio e quindi di prevenzione. Ne ho chiesto conto anche al prefetto Mario Morcone audito in Commissione Antimafia martedi’ scorso, ricevendone una risposta interlocutoria. Anche il ministro Alfano in quegli stessi giorni aveva dichiarato che lui i dati li fornisce tutti i giorni. Mi spiace, ma quei dati qui non ci sono. Sono capitati fatti troppo gravi per non esigere la massima trasparenza sugli affidamenti. Spero che il ministro voglia provvedere al piu’ presto”.
Migranti: il Ministero produca la relazione prevista dalla Legge
(ANSA) ROMA, 24 SET – “Sull’accoglienza e’ giusto non moltiplicare le Commissioni di inchiesta, ma il ministero dell’Interno deve produrre la relazione prevista dalla legge”. A chiederlo e’ il deputato del Pd Davide Mattiello, che spiega: “un anno fa proposi un emendamento che venne votato all’unanimita’ con il parere favorevole del Governo, che prevede l’obbligo in capo al ministero dell’Interno di redigere una relazione annuale che renda trasparente la gestione dei fondi pubblici nel sistema di accoglienza. Il termine per la relazione era giugno. Ad oggi la stiamo ancora aspettando”. “Su questa questione il Parlamento e i cittadini devono avere tutte le informazioni del caso: con quello che e’ successo con Mafia Capitale non e’ possibile lasciare anche soltanto il sospetto che qualcuno sia ancora nelle condizioni di speculare sulla pelle degli ultimi”, conclude Mattiello.
Ennesimo schiaffo per i testimoni di Giustizia
(ANSA) ROMA, 22 GEN – La disponibilita’ economica del Servizio Centrale di Protezione, che si occupa dei testimoni di giustizia e del collaboratori di giustizia, in tutto circa 6000 persone, e’ stata ridotta di circa 25 milioni di euro per il 2015. A darne notizia e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia e coordinatore, per la Commissione Antimafia, del gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia. “Sono soldi – spiega il deputato dem – che servono a tutelare persone che hanno scelto di affidarsi allo Stato per fare giustizia. Non capisco e mi preoccupa molto questa piega: dalla qualita’ del Servizio di Protezione dipende la sostenibilita’ di queste scelte, che sono sempre traumatiche per chi le fa. Eppure – fa notareMattiello – i bilanci del Servizio centrale di protezione sono stati risanati negli ultimi anni, grazie al rigore e alla oculatezza di chi ne ha la responsabilita’. Per altro la scelta specifica nell’allocazione delle risorse all’interno della organizzazione del ministero dell’Interno non dipende dal legislatore, che con la Legge di Stabilita’ si occupa della distribuzione generale tra i ministeri. Quindi una valutazione del Ministro. Perche’? Possibile che il ministro Alfano non possa risparmiare su altro?”. “Intanto le piu’ recenti collaborazioni, come quella di Vito Galatolo nell’ambito di Cosa Nostra, che ha rivelato i piani per uccidere Di Matteo, ma anche di Gianni Cretarola, che racconta un pezzo di ‘ndrangheta a Roma, che va a braccetto con il sistema di Mafia Capitale, non dovrebbero lasciare dubbi sull’importanza di questo strumento”, conclude Mattiello. (ANSA)
La vita dei Testimoni di Giustizia resta in salita
(ANSA) – ROMA, 19 DIC – “La vita dei testimoni di giustizia, tra tagli e silenzi, resta in salita”. Lo sostiene il deputato Pd, Davide Mattiello, componente delle commissioni Giustizia e Antimafia, che riconosce tuttavia l’impegno del viceministro Filippo Bubbico che ha prodotto il decreto attuativo per l’assunzione dei testimoni di giustizia nella Pubblica Amministrazione, firmato ieri dai ministri Alfano e Madia. Ma, osserva il deputato dem, rimangono almeno tre nodi. “L’assunzione nella Pubblica Amministrazione – fa notare Mattiello – probabilmente funzionera’ bene nella versione siciliana, perche’ la Regione Sicilia ha messo soldi freschi per coprire i costi delle assunzioni, mentre il decreto nazionale non stanzia risorse aggiuntive”. Il secondo nodo sono i tagli pesanti previsti dalla legge di stabilita’ sul bilancio del Servizio Centrale di protezione dal quale dipendono, tra testimoni e collaboratori, oltre seicentomila persone. Il terzo nodo sono le risposte concrete che alcuni testimoni reclamano: “Non esiste un esiste un diritto ad avere la risposta che si vuole – dice il deputato Pd – ma esiste il diritto ad avere una risposta. Penso, tra le tante, a due situazioni: Giuseppe Masciari, testimone del Vibonese, che da oltre un anno attende una risposta dalla Commissione Centrale, sospesa in attesa di un parere dall’Avvocatura dello Stato. E Francesco Di Palo, storico testimone barese, che reclama con suo fratello Alessio, l’attenzione delle istituzioni all’indomani di nuove minacce ricevute. Ieri la sentenza della Cassazione, che ha confermato gli ergastoli per l’omicidio di Lea Garofalo – conclude Mattiello – e’ stata un’ulteriore amara conferma di quanto chi trova il coraggio di denunciare, debba essere protetto e accompagnato con le migliori risorse”
Testimoni di Giustizia: Alfano e Madia hanno firmato
(ANSA) – ROMA, 18 DIC – “La firma del decreto per i testimoni di giustizia da parte dei ministri Alfano e Madia e’ una buona notizia, attesa da tempo. Ora potremo leggere il testo e capire il funzionamento pratico previsto per assumere nella pubblica amministrazione i testimoni di giustizia che non siano nelle condizioni di ricostruirsi una vita altrimenti”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia e coordinatore del gruppo di lavoro che in Antimafia ha recentemente messo a punto la relazione sul nuovo sistema di protezione dei testimoni di giustizia, approvata all’unanimita’. “Con questo decreto si rafforza il principio di responsabilita’ dello Stato nei confronti di chi denuncia: una responsabilita’ che non di esaurisce con la fine dei processi o con la capitalizzazione. La strada per una complessiva riforma della materia e’ imboccata”, conclude Mattiello.
Ministro Alfano: firma?
(ANSA) – ROMA, 17 DIC – Manca la firma del ministro Alfano sul decreto che prevede l’assunzione dei testimoni di giustizia nella Pubblica Amministrazione: torna a ribadire il punto il deputato Pd DavideMattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia e coordinatore del gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia in Antimafia. Il Dipartimento Affari Giuridici e Legislativi della Presidenza del Consiglio ha licenziato il testo del decreto, che si attende da quasi un anno, e l’ha inviato al Legislativo dell’Interno per la firma del Ministro. “Nemmeno allora – prosegue l’esponente dem – l’iter sara’ concluso perche’ ci vorra’ ancora il passaggio dal Ministero della Giustizia e il parere della Corte dei Conti, ma almeno sara’ stato fatto un giro di boa importante. Il decreto non e’ una bacchetta magica e l’assunzione nella PA non e’ la panacea delle tante sofferenze patite da chi ha intrapreso la strada della denuncia, ma e’ un atto dovuto per la dignita’ di queste persone e la credibilita’ delle Istituzioni. Rischia infatti di diventare sempre piu’ difficile proporre scelte di denuncia, soprattutto in contesti ad alta densita’ mafiosa, se poi le risposte dello Stato appaiono spesso farraginose e inadeguate”. “Penso per esempio – conclude Mattiello – alla vicenda della famiglia Masciari: dallo scorso Maggio attende una risposta decisiva dalla Commissione Centrale, che da allora sostiene a sua volta di attendere un parere dall’Avvocatura dello Stato. Intanto i mesi passano, la sofferenza aumenta e la fiducia nello Stato si incrina”
Il Senato ha approvato la relazione sui Testimoni di Giustizia. Lo faccia anche la Camera
(ANSA) – ROMA, 29 OTT – Questa mattina il Senato ha discusso tre relazioni prodotte dalla Commissione Antimafia: quella sul semestre europeo di presidenza italiana, quella sul codice di autoregolamentazione dei partiti, quella sui Testimoni di Giustizia. La discussione si e’ conclusa con la votazione di una risoluzione, con voto unanime, che impegna il Governo ad assumere le conclusioni delle relazioni sul semestre europeo e sui testimoni di giustizia. Le risoluzioni impegnano il Governo a intraprendere ogni iniziativa utile per risolvere le questioni evidenziate nella relazione riguardante la lotta alla criminalita’ mafiosa su base europea e nella relazione riguardante il sistema di protezione dei testimoni di giustizia. “Il fatto che la risoluzione riguardi anche i testimoni di giustizia e’ per me, che ho coordinato i lavori del V Comitato della Commissione Antimafia proprio su questo argomento, molto importante: sia perche’ la vita di molti testimoni di giustizia e’ quotidianamente segnata dalla inadeguatezza del sistema tutorio, sia perche’ ad oggi e’ mancata una qualunque reazione da parte del Ministro dell’Interno Alfano alla relazione approvata in Commissione”, commenta Davide Mattiello, Pd, componente della Commissione Antimafia e coordinatore del V Comitato dell’Antimafia. “Auspico che anche la Camera possa presto approvare analoga risoluzione e che il Governo faccia proprie le proposte contenute nella relazione, garantendo da parte mia tutta la collaborazione del caso. I testimoni di giustizia sono "perle repubblicane” e come tali vanno trattate".(ANSA)
Meno male che c’è il Vice Ministro Bubbico..
Allarme per la vita di Don Ciotti
Subito in Antimafia audizioni Alfano, Minniti e Roberti Roma, 29 set. (AdnKronos) – “L’ultimo allarme per la vita di don Ciotti, lanciato da varie procure, ci inquieta”. E’ quanto afferma Davide Mattiello, deputato Pd e componente della commissione Antimafia, che in una nota spiega: “Ci sono cose precise e concrete che vanno fatte. Come avevamo già chiesto, ribadiamo con forza che l’Antimafia tenga al più presto l’audizione del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, per capire quali dispositivi per la sicurezza di don Ciotti e di chi gli è più vicino siano stati presi”. Il parlamentare Pd chiede che vengano sentiti in Antimafia anche il sottosegretario con delega all’intelligence, Marco Minniti, “sugli eventuali collegamenti tra mafiosi ed altri ambienti”, e il procuratore nazionale antimafia, Franco Roberti, “per capire quali pezzi dell’organizzazione mafiosa si stiano muovendo”.