Maksim Borodin…dicono che sia morto scivolando dal balcone

Maksim Borodin era un giornalista investigativo russo che si occupava delle operazioni para-militari del gruppo Wagner in Siria. Dicono che sia morto scivolando dal balcone di casa sua al V piano mentre fumava una sigaretta: doveva essere soprapensiero. Come Daphne Caruana Galizia, che non si è accorta della bomba piazzata nella sua macchina, come Jan Kuciak che ha aperto la porta al killer che ha ucciso lui e la sua compagna Martina Kusnirova. Il metodo mafioso di tappare la bocca ai giornalisti noi in Italia lo conosciamo bene, il problema è che sta diventando di moda e che l’Europa rischia di non essere all’altezza della sfida lanciata alla democrazia da forze autoritarie che si ispirano a Putin, ad Orban, ai neonazi austriaci o ai fascisti francesi che manifestano al confine alpino con l’Italia… Se davvero il Presidente Mattarella darà l’incarico esplorativo bis al Presidente della Camera Fico, vorrei proprio sapere cosa pensa di questa faccenda. Dirimente.

Il futuro? É un posto meraviglioso

“La sinistra è morta” FALSO!   “Le ideologie sono finite” FALSO!

“Per ogni questione che agita il nostro tempo (lavoro, guerra, ambiente, immigrazione, scuola, casa, mobilità…) trovare soluzioni ispirate dal CIASCUNO, che si sforza di includere ogni essere umano, e non dal QUALCUNO che presuppone una insanabile segregazione tra umanità di serie A e umanità di serie B. Difficile, ma bellissimo e necessario, perché la politica del QUALCUNO porta soltanto dolore. Abbiamo cominciato un percorso il 14 Aprile di cui questa è la sintesi, ci ritroveremo il 12 Maggio. Ti aspettiamo!

Davide Mattiello
coordinatore della Scuola di Politica “Renata Fonte” della Fondazione Benvenuti in Italia

 

All’iniziativa sono intervenuti:

Introduzione  –  Davide MATTIELLO, Fondazione Benvenuti in Italia

Abderrahmane AMAJOU, Slow Food; Luca BOSONETTO, Arci; Mimmo CARRETTA, Segretario PD; Domenico CERABONA,  Fondazione Amendola; Ludovica CIORIA, GD Piemonte; Silvia DE FRANCIA, ricercatrice; Raffaele GALLO, Consigliere Regionale Piemonte; Fabio MALAGNINO, assemblea nazionale del PD; Michele MIRAVALLE, Antigone; Mimmo ROSSI, Consigliere Regionale Piemonte; Riccardo PORCELLANA, consulente comunicazione; Francesca RISPOLI, Fondazione Benvenuti in Italia; Daniele VALLE, Consigliere Regionale Piemonte

Conduzione – Gianluca GOBBI, Radio Flash

Gli Emirati Arabi non siano più un porto franco per le mafie

Liberainformazione pubblica il mio articolo sull’urgenza della ratifica del trattato di estradizione e cooperazione giudiziaria con gli Emirati Arabi Uniti.

Per anni gli Emirati Arabi Uniti hanno rappresentato un porto franco per molti italiani, indagati o condannati in via definitiva per ogni genere di reato. Le cose, però, oggi possono cambiare, ammesso che il Parlamento italiano ratifichi finalmente l’accordo di estradizione e cooperazione giudiziaria con il Paese emiratino.

Il Ministro della Giustizia Andrea Orlando, era volato ad Abu Dhabi già nel settembre del 2015 per firmare l’accordo che, tuttavia, è rimasto arenato a lungo prima di essere approvato dal Consiglio dei Ministri. Questo perché il principio generale che vieta all’Italia di estradare chi tornando nel Paese di origine rischi la pena di morte, è stato rivisitato da norme europee entrate in vigore nell’agosto del 2016 che ne hanno preteso una formalizzazione ancora più stringente, rendendo così inadeguata quella adoperata nel testo sottoscritto dalle parti nel 2015. Ostacolo superato solo allo scadere della XVII Legislatura, attraverso lo scambio di lettere diplomatiche allegate ufficialmente al testo dell’accordo, con le quali sono state soddisfatte le esigenze imposte dalle norme europee, prevedendo l’obbligo in capo alle Autorità emiratine di commutare in pena detentiva la pena di morte comminata al ricercato di cui si chieda l’estradizione all’Italia. Il che ha consentito al Consiglio dei Ministri il 22 febbraio 2018, di licenziare il trattato, che però per diventare operativo deve essere ratificato dal Parlamento.

Oggi siamo quindi a un passo dalla ratifica finale da parte delle due Camere, che renderà efficace il trattato e permetterà all’Italia di reclamare e riportare in patria diversi latitanti. Le cronache raccontano di condannati in via definitiva per reati di mafia, narcotraffico, riciclaggio, corruzione e frode fiscale, reati gravi che mi hanno indotto per tutta la durata della XVII Legislatura a chiedere insistentemente l’approvazione del trattato. Credo infatti che la forza della criminalità di stampo mafioso e non, dipenda dalla impunità: più è manifesta l’impunità dei delinquenti, più si radica la loro capacità intimidatrice e cresce il senso di disaffezione dei cittadini verso le Istituzioni. Nel caso degli Emirati Arabi siamo al grottesco, perché queste latitanze sono vissute alla luce del sole, in spregio al principio di legalità e alla autorevolezza italiana. Il testimone è passato nella XVIII Legislatura all’onorevole Walter Verini, che già nella precedente, in quanto capogruppo in Commissione Giustizia Camera del PD, non aveva mai fatto mancare il suo sostegno, il quale l’11 aprile ha depositato in Parlamento una proposta di legge di ratifica ed esecuzione del Trattato di estradizione e del Trattato di mutua assistenza giudiziaria in materia penale tra l’Italia e gli Emirati Arabi Uniti.

Ha dichiarato l’on. Verini: “Queste misure sono importanti non solo per le loro ripercussioni dirette, ma anche come elemento di deterrenza. Le Mafie infatti si muovono su scala internazionale e gli Emirati Arabi rappresentano un porto franco per molti criminali legati a vario titolo alle organizzazioni mafiose. Mettere un freno a questa situazione di impunità è quindi un colpo diretto anche alle Mafie”.

Il nuovo Parlamento ha quindi una occasione limpida per far capire quali priorità stiano nella agenda politica delle forze che hanno la maggioranza dei voti.

Credo valga la pena monitorare con attenzione e fare quel che è possibile per illuminare la situazione. Nessuna zona franca può essere sopportata dalla democrazia.

Trattato Italia-Emirati Arabi: nuovo passo verso la ratifica

Un trattato di Cooperazione Giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi esiste, ma non può produrre ancora effetti. Manca infatti la ratifica del Parlamento, così alcuni latitanti italiani sono sfuggiti alla giustizia e rimangono impuniti. Oggi, raccogliendo l’impegno di Davide Mattiello, membro della nostra fondazione ed onorevole Pd nella passata legislatura, Walter Verini ha presentato la proposta di ratifica alle Camere.

APPROFONDIMENTI

Leggi l’intervista a Walter Verini

Leggi l’articolo di “Diario del Web” 

L’intervista a Davide Mattiello:

 

 

Il futuro? Un posto meraviglioso

Confronto sul tema

La sinistra è morta” FALSO! “Le ideologie sono finite” FALSO!

La Fondazione Benvenuti in Italia organizza un incontro dal titolo “Il futuro? Un posto meraviglioso” sul ruolo della sinistra e delle ideologie, dopo la sconfitta elettorale del 4 marzo. L’incontro si terrà il 14 aprile alle ore 10,00 presso Binaria in via Sestriere 34 a Torino.

All’incontro parteciperanno:

Introduce, Davide MATTIELLO

Abderrahmane AMAJOU, Mimmo CARRETTA, Domenico CERABONA, Ludovica CIORIA, Silvia DE FRANCIA, Chara FOGLIETTA, Raffaele GALLO, Fabio MALAGNINO, Michele MIRAVALLE, Mimmo ROSSI, Andrea POLACCHI, Riccardo PORCELLANA, Francesca RISPOLI, Daniele VALLE

Conduce, Gianluca GOBBI

<<C’è chi dice che le ideologie non esistono più e che la sinistra sia morta, noi pensiamo che sia falso. Semplicemente e tristemente viviamo un tempo nel quale ha vinto l’ideologia del mercato, dell’edonismo, della competizione, un tempo nel quale le persone impaurite dalle proprie vulnerabilità cercano protezione e pensano di trovarla in chi illude col mito della segregazione, dello ‘stiamo tra di noi’. Insomma: viviamo il tempo della vittoria della destra. Tutto qui. Ma sconfitta e vittoria sono fasi di un percorso e noi, parafrasando Papa Francesco, non ci sentiamo ne’ sfiduciati, ne’ rassegnati, ne’ apatici: vogliamo prepararci a vincere di nuovo. Cioè a far vincere un modo di stare al Mondo fondato sulla uguale dignità e sulla uguale libertà di ogni essere umano. Per questo abbiamo proposto a molti nostri interlocutori impegnati in politica e nel sociale di incontrarsi e confrontarsi. Ma consapevoli che una marcia di mille miglia comincia col primo passo, ci concentreremo intanto sul futuro del Piemonte.>> Afferma Davide Mattiello, coordinatore della Scuola di Politica della Fondazione Benvenuti in Italia.