Agenzia Beni Confiscati: NO a una nuova Iri

Nel giorno dell’avvicendamento al vertice dell’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, rinnovo l’appello ai Ministri dell’Interno e della Giustizia: sarebbe un errore grave trasformare l’Agenzia in una nuova ‘IRI’. Immaginare, come pare stiano facendo i Senatori in Commissione Giustizia, di estendere la competenza dell’Agenzia alla gestione dei beni beni fin dalla fase del sequestro significa o far esplodere definitivamente l’Agenzia medesima o trasformarla in una super struttura come risorse paragonabili a quelle di un ministero. Davvero si vuole questo? E dove sono le coperture necessarie? Noi alla Camera abbiamo trovato un equilibrio utile, concentrando le funzioni dell’Agenzia sulla fase della destinazione e del controllo di ciò che avviene dopo la destinazione: ad oggi non si fa praticamente mai e invece non è cosa meno importante che destinare rapidamente i beni definitivamente confiscati. Intanto un pensiero di gratitudine al Prefetto Postiglione che va in pensione dopo aver guidato con energia l’Agenzia in questi anni, intensificando significativamente le destinazioni dei beni e moltiplicando i protocolli a sostegno dei progetti di riutilizzo: auguri di buon lavoro al Prefetto Sodano, che lo sostituisce

Riforma codice antimafia: rischiamo di buttare via tutto!

(ANSA) – ROMA – “Chiedo al Ministro Orlando di promuovere una riunione urgente sulla riforma del Codice Antimafia”. A dirlo è il deputato Pd Davide Mattiello. “Ho partecipato oggi – spiega – alla manifestazione nazionale convocata dai sindacati a Portella della Ginestra a 70 anni dalla strage di lavoratori, lavoratrici e bambini che segnò il debutto in epoca repubblicana della convergenza di interessi tra criminalità organizzata e pezzi di Stato: la liberazione del lavoro da ogni forma di mafia era allora ed è ancora oggi cartina di tornasole per capire la qualità democratica del nostro Paese. Lo sapeva bene Pio La Torre, padre del sistema di prevenzione patrimoniale che consente l’aggressione dei capitali illeciti e lo sa bene questo Parlamento che da quattro anni lavora al potenziamento del Codice Antimafia. Il Senato, che ha tenuto fermo il testo per oltre un anno e mezzo, adesso, con la Legislatura che volge al termine, non soltanto lo sta modificando, ma rischia di farlo stravolgendo l’impianto votato dalla Camera, che è coerente con la proposta uscita dalla Commissione Antimafia nel 2014”. “Ora – conclude il deputato che è stato relatore alla Camera del provvedimento – visto che la Commissione Antimafia è composta anche da 25 Senatori, alcuni dei quali fanno anche parte della Commissione Giustizia del Senato, vorrei proprio capire cosa è cambiato. In questo modo l’esito probabile del percorso è quello di buttare via tutto e credo che nessuno se lo possa permettere”