Comuni: giovani a sindaco Riace, esempio Calabria che resiste

(ANSA) – ROMA, 30 DIC – “Sei per noi un esempio della Calabria che resiste, di quella parte della Calabria che prova a trasformare i problemi in risorse e che nonostante le difficoltà è riuscita a dare soluzioni concrete e un’alternativa reale a una comunità che di speranza non ne aveva più. Importante è quello che hai fatto a Riace, ma ancor più importante è l’idea rivoluzionaria e contagiosa che hai generato e che continua a vivere in tutte le persone che come te provano a lasciare il mondo un po’ migliore e un po’ più giusto di come l’hanno trovato”. E’ un passo della lettera che i 17 ragazzi della “Carovana Arance frigie”, che fanno parte dell’associazione di volontariato “Casa Acmos”, hanno inviato al sindaco di Riace, Mimmo Lucano, che avevano incontrato nelle settimane scorse.
“Durante il nostro viaggio alla scoperta della filiera dell’arancia – scrivono ancora – ci ha portati a incontrare tante e diverse realtà che costituiscono la Calabria oggi. E’ stato un viaggio molto intenso, lungo e faticoso. Ma ne è valsa la pena. Abbiamo avuto modo di conoscere direttamente le realtà agrumicole che producono le arance dello Storico Carnevale d’Ivrea e di incontrare persone stupende che lottano ogni giorni contro la ‘ndrangheta sul proprio territorio, dando nuove prospettive ai bambini e ai giovani calabresi, ma non solo”.
“Vogliamo dimostrarti la nostra vicinanza e solidarietà per quanto accaduto nelle scorse settimane, ringraziandoti per la trasparenza con cui stai affrontando tutto questo, fiduciosi che tutto si possa risolvere per il meglio e che tu possa continuare a portare avanti quella buona politica di cui abbiamo infinitamente bisogno”, concludono.

Le cose che non so di questo 2016

Non
so perché il Governo italiano non abbia posto fine alle latitanze spudorate di
Matacena, Speziali, Nucera, Imperiale, Landi… Latitanze alla luce del sole, che
offendono il lavoro serio di investigatori e magistrati, che feriscono le
persone per bene, soprattutto quelle che si trovano a dover decidere se
affidarsi alle Istituzioni, magari denunciando ciò che hanno visto o peggio,
subito.

Non
so perché sia morto Omar Pace, ma so che ha vissuto servendo lo Stato e che il
suo lavoro prezioso non era finito.

Non
so perché la Procura di Palermo da un lato prepari il ricorso contro
l’assoluzione di Mannino, giudicando illogiche le motivazioni con le quali il
GUP ha ritenuto le dichiarzioni dei collaboratori non provanti gli addebiti e
dall’altro chieda l’archiviazione per il delitto Agostino-Castelluccio benchè a
sostegno dell’accusa ci siano molteplici e convergenti dichiarazioni di
collaboratori, ritenuti credibili almeno quanto quelli che hanno parlato di
Mannino.

Non
so perché nell’estate del 2013 qualcuno abbia fatto uscire dalle stanze della
DNA i verbali di due riunioni segrete, utili a ricapitolare anni di lavoro
sulle stragi di mafia coordinati dal dott. Donadio, su delega del PNA dott. Grasso.
Ma so che sotto procedimento disciplinare ci sta proprio il dott. Donadio e non
chi ha divulgato quelle informazioni.

Non
so perché il Tribunale di Milano all’apertura del processo BIS per l’assassinio
del giudice  Bruno Caccia, non abbia
ammesso come “testi” i colleghi e i collaboratori di allora: come se per il
delitto Chinnici, non fossero stati ascoltati Falcone, Pellegrini, Cassarà. Ma
tanto ora c’è il processo TER da ri-cominciare.

Non
so perché a Totò Cuffaro, condannato per aver passato informazioni segrete a
Cosa Nostra, nessu Tribunale tocchi l’ingente patrimonio (eppure la confisca in
questi casi dovrebbe essere obbligatoria). E non so perché sia stato criticato
più il presidente dell’ARS Ardizzone per aver negato a Cuffaro la sala
“Mattarella”, che Cuffaro per essersi auto assolto con la nefasta battuta di
aver “sbattuto” contro la mafia.

Non
so perché per arrivare negli uffici della DDA di Reggio Calabria si debba
passare per i cessi del VI piano del Ce.Dir. e il nuovo Palazzo di Giustizia
nella migliore delle ipotesi sarà inaugurato nel 2018.

Non
so perché nonostante pure in Canada faccia notizia la ferocia della ‘ndrangheta,
nessuna grande testata giornalistica apra redazioni adeguate a Reggio Calabria,
contribuendo di fatto alla vulnerabilità di certi giornalisti.

Non
so perché Governo e Regione siciliana abbiano promosso la nascita di un
monopolio nella navigazione, attraverso la Società di Navigazione Siciliana,
che sta nelle mani di poche famiglie tra le quali Matacena, Genovese, Franza.
Ma so che appartiene alla SNS la Sansovino dove il 29 novembre sono morti
asfissiati dai gas Christian
Micalizzi, Gaetano D’Ambra e Santo Parisi.

Non so se Pino Maniaci sia un
delinquente, che passerà alla storia del crimine per aver inventato le
estorisioni con IVA, o un minchione che con la sua Telejato ha avuto il
coraggio di puntare il dito contro colletti bianchi che si comportano da
mafiosi o che con i mafiosi ci hanno fatto affari. Ma so che di sequestri e
metano torneremo a parlare.

Non
so perché Matteo Messina Denaro sia ancora libero, nonostante tutta la terra
bruciata dalla quale è circondato, grazie al lavoro incessante coordinato dalla
dott.ssa Principato. Ma so che nomine, trasferimenti e assegnazioni sapienti
hanno disperso un patrimonio di memoria scomoda costruito da investigatori
mordaci e marginalizzato l’apporto di magistrati competenti.

Non
so perché Angiolo Pellegrini, generale dell’Arma e capitano a Palermo negli
anni in cui con Falcone prendeva forma il maxi-processo a Cosa Nostra, non sia
mai stato sentito in Commissione Antimafia, nemmeno per capire, secondo il
generale, chi e perché “si è tirato indietro sul più bello”.

Non
so perché a Gaetano Saffioti, imprenditore di Palmi, testimone di giustizia, in
Calabria non lo facciano lavorare, nemmeno quando dice di volerlo fare gratis.
Ma so che in giro per il Mondo è famoso ed apprezzato per il suo “cemento
trasparente”.

Non
so perché Bendetto Zoccola, vice Sindaco di Mondragone, che vive blindato
dall’esercito con la sua famiglia per le denunce che ha firmato, non sia ancora
stato risarcito per il danno che ha subito a causa delle botte e delle bombe.

Non
so perché a Luigi Gallo, imprenditore casertano che ha denunciato il sistema
riferito ai Cosentino, rischi oggi di fallire nonostante il riconoscimento
ottenuto dal Commissario del Governo per le vittime di racket, schiacciato
dalle pretese di ANAS.

Non
so quanto sia forte l’abbraccio osceno tra ‘ndrangheta e massoneria a Vibo
Valentia, ma so che c’è chi ancora sta pagando per aver fatto nomi che non si
dovevano fare. Ed è una buona notizia che il processo Black Money non sia stato
spostato a Salerno come chiesto dalle difese di Mancuso.

Non
so se Mimmo Lucano sarà ancora il Sindaco di Riace, ma so che l’Italia per bene
gli sarà accanto in questi giorni difficili, perché non sia col fango che venga
scritta l’ultima pagina di una storia che ha fatto germogliare dignità e
speranza dove per molti ci sono soltanto speculazione e abbandono.

So che avremo un anno nuovo di zecca per continuare a
cercare tutte le risposte.

Buon 2017!

Davide Mattiello

Mafia: da gennaio Antimafia a lavoro su vittime

(ANSA) – ROMA, 27 DEC – “Le parole della Presidente Maggiani Chelli meritano un approfondimento: a Gennaio proporrò di riaprire il V Comitato della Commissione Antimafia”. Lo dice il deputato Pd Davide Mattiello, che in commissione antimafia guida il V comitato sulle vittime di mafia, a proposito delle parole della presidente dell’ associazione delle vittime della strage di vira dei Gerorgofili che ieri ha detto che lo stato è “complessato verso la famiglia Riina” mentre i parenti delle vittime restano senza vitalizi. “Il nostro Paese – spiega Mattiello- si è dotato negli anni di diverse normative a sostegno delle vittime della violenza mafiosa, che dovrebbero offrire un’ampia tutela: dalla possibilità che sia lo Stato a risarcire il danno stabilito in sede civile in vece del mafioso condannato, alla possibilità di ricevere speciali elargizioni, vitalizi o l’assunzione nella PA qualora si abbia subito una invalidità permanente. Benefici che riguardano a certe condizioni la vittima sopravvissuta o i suoi più stretti famigliari. Le condizioni di accesso devono essere chiare e rigorosamente accertate per evitare abusi e danni erariali, ma questo non deve diventare un ostacolo a riconoscere situazioni sostanzialmente meritevoli e non può tradursi in attese che durano anni. Il V Comitato che coordino, si è fin qui occupato soprattutto di testimoni di giustizia, arrivando a proporre una riforma organica del sistema tutorio, sottoscritta da tutti i gruppi parlamentari, attualmente all’attenzione della Commissione Giustizia della Camera; ora potremmo dedicare tempo ed energie alla questione delle vittime di mafia. Ha ragione la presidente Maggiani: la legge è uguale per tutti e se è doverosa l’attenzione per chi sconta una condanna, non certo minore – conclude – deve essere quella rivolta a chi il crimine l’ha subito”

Berlino: deradicalizzazione e protezione testimoni

(ANSA) – ROMA, 24 DEC – Prevenzione della radicalizzazione e protezione dei testimoni sono proposte di legge utili. A sottolinearlo è il deputato del pd Davide Mattiello, componente della commissione antimafia e della commissione giustizia. “Di fronte a fatti tragici come la strage di Berlino – dice Mattiello – non bastano la repressione di polizia e la prevenzione di intelligence, serve andare più in profondità, da un lato per contenere al massimo i processi di radicalizzazione, dall’altro per offrire adeguata protezione a quanti decideranno di denunciare fatti e persone coinvolte nella rete terroristica”. “In Parlamento – ricorda – sono in gestazione due buone proposte di legge, la Dambruoso-Manciulli che riguarda proprio il lavoro da farsi per limitare la radicalizzazione, attualmente all’ esame della Commissione Affari Costituzionali della Camera e la Bindi che riguarda la protezione dei Testimoni di Giustizia, all’esame della Commissione Giustizia della Camera. Ho l’ impressione che questi due strumenti, de-radicalizzazione e protezione dei testimoni, saranno sempre più due facce della stessa battaglia. Una battaglia che ha elementi di affinità con quella che da decenni il nostro Paese porta avanti contro le organizzazioni mafiose, il più importante dei quali è la carica culturale sottesa ad entrambe le manifestazioni criminali: terrorismo e mafia presuppongono la forza del vincolo associativo, il senso di appartenenza inviolabile ad un sistema superiore all’ individuo. Entrambe queste proposte di Legge hanno come principali interlocutori il Ministro dell’ Interno e il Ministro della Giustizia, che auspico da gennaio vorranno sostenerle fino alla approvazione”, conclude il deputato.

Racket e usura: nomina di Cuttaia ottima notizia

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(ANSA) – ROMA, 23 DIC – “La nomina tempestiva del Prefetto Cuttaia, a Commissario per le vittime di racket e usura, sede vacante dal luglio del 2016, è un ottimo biglietto da visita per il Governo e il nuovo ministro dell’Interno. Ora al lavoro: perché tanti imprenditori e tante famiglie aspettano risposte”. Così il deputato Pd David Mattiello, componente della commissione antimafia e della commissione giustizia.

Processo San Michele: il Governo nomini un Commissario per le vittime di usura

Ora il Governo nomini subito il Commissario per le vittime di racket e usura. Le condanne arrivate oggi nel processo San Michele, pur non essendo definitive, costituiscono una tappa importante nel percorso di giustizia che le Forze dell’Ordine e la Magistratura del territorio torinese stanno portando avanti ormai da oltre un decennio se si considera il momento in cui Varacalli, affiliato alla ‘ndrangheta, ha cominciato a parlare. Il processo San Michele è importante in particolare perché dimostra la capacità del nostro sistema investigativo e giudiziario di reagire tempestivamente per fermare sul nascere le infiltrazioni mafiose anche negli appalti delle grandi opere. Ma in questo processo ha svolto un ruolo rilevante l’architetto Mauro Esposito che con le sue denunce ha permesso agli inquirenti di avere un quadro preciso della situazione. L’architetto Esposito ha pagato un prezzo molto alto per la sua scelta sia sul piano professionale che personale, un prezzo che lo Stato e gli altri Enti coinvolti, penso soprattutto ad Inarcassa, devono riconoscere e risarcire. Il Governo intanto potrebbe dare un segnale di attenzione atteso ormai da Luglio: nominare il nuovo Commissario per le vittime di Racket e usura, la sede è vacante da quando è andato in pensione il prefetto Giuffrè. Non è più possibile aspettare: senza Commissario, le pratiche relative ai risarcimenti per chi smette di subire e denuncia, sono ferme. Questo ritardo rischia di aumentare le sofferenze e anche il senso di precarietà in chi si affida allo Stato e questo è un regalo alla criminalità organizzata che non si giustifica nemmeno a Natale!

Accordo di cooperazione giudiziaria con la Colombia

Gli accordi di cooperazione giudiziaria firmati con la Colombia ieri, soprattutto per gli aspetti relativi alle confische senza condanna, rappresentano un altro passo nella giusta direzione, che conferma la serietà del lavoro del Ministro Orlando, in sintonia con gli impegni espressi dal Presidente Gentiloni nel suo discorso alla Camera dei Deputati. Ma proprio questi risultati positivi rendono ancora più lampante l’assenza di qualunque progresso nel rapporto con gli Emirati Arabi Uniti rispetto alle note e più volte denunciate latitanze alla luce del sole di ricercati come Matacena, Imperiale, Nucera, Landi e di Vincenzo Speziali, che invece dovrebbe trovarsi in Libano. Lunedì presenterò una interrogazione parlamentare per chiedere al Ministro dell’Interno, Minniti e al Ministro degli Esteri, Alfano, prima di tutto se risultino ancora negli Emirati e in Libano i ricercati cui ho fatto cenno, poi come intendano dare seguito alla risoluzione approvata a larga maggioranza in Commissione Giustizia poche settimane fa, che impegna il Governo ad agire senza ulteriori ritardi in via diplomatica per ottenere l’estradizione di questi ricercati, da Paesi che restano grandi partner dell’Italia. Non c’è un solo buon motivo per non farlo: tanto più che dal 19 Gennaio di aprirà a Roma il processo “Labirinto”, che riguarda un insieme di relazioni ed ipotesi di condotte delittuose, da mettere in relazione con quanto esplorato dall’inchiesta Breakfast

Gaetano D’Ambra, Santo Parisi e Cristian Micalizzi: fare PIENA luce

Mattiello: invierò al più presto alla Procura di Messina e all’avv. di parte civile copia della mia interrogazione parlamentare con relativi allegati, per ogni eventuale utile approfondimento. Sono rimasto molto turbato dalla morte di Gaetano D’Ambra, Santo Parisi e Cristian Micalizzi il 29 Novembre sulla Sansovino e voglio mettere a disposizione quello che posso per contribuire a fare piena luce su questa drammatica vicenda. Mi sono occupato della Società di navigazione Siciliana (SNS), cui è riconducibile la Caronte&Tourist, per altro e cioè per i passaggi di proprietà della SIREMAR, che la Compagnia delle Isole vendette a SNS. Questi passaggi di proprietà hanno portato a quello che di fatto è oggi una sorta di monopolio della navigazione nelle acque siciliane riferibile ad uno stretto gruppo di famiglie: infatti la Società di Navigazione Siciliana è una nuova compagine societaria di cui fa parte la “Caronte&Tourist” al 50 per cento, e l’altra metà è della “Ustica Lines. Dai certificati camerali delle seguenti società: USTICA LINES S.p.a. (o anche UL), NAVIGAZIONE GENERALE ITALIANA S.p.a. (o anche NGI), CARONTE & TOURIST S.p.a. ( o anche C&T), SOCIETA’ NAVIGAZIONE SICILIANA risulta chiaramente che trattasi di una “identità economica commerciale finanziaria” unica riconducibile totalmente alle famiglie Franza, Morace, Matacena, La Cava, Genovese di Francantonio. Avevo allora interrogato il Ministro delle Infrastrutture Del Rio sulla opportunità di questa operazione e avevo rivolto la medesima questione in Commissione Antimafia al Presidente della Regione Crocetta. L’interrogazione è ancora in attesa di risposta, ma credo che il testo corredato dagli allegati possa offrire qualche spunto a chi sta oggi indagando.

I 4 punti di Gentiloni

(ANSA) – ROMA, 13 DIC – “Ringrazio il Presidente Gentiloni che nella sua replica alla Camera ha concentrato le priorità del Governo in soli 4 punti: Europa, terremoto; lotta alla criminalità organizzata rafforzando la cooperazione internazionale in ambito giudiziario e lavoro: è quanto basta per continuare ad insistere, perchè la credibilità delle Istituzioni dipende anche dal fatto che le latitanze più sfacciate: Matacena, Nucera, Speziali, Landi, vengano interrotte e i ricercati consegnati alla Giustizia italiana”. Lo afferma il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, che ieri aveva detto che avrebbe subordinato il proprio voto di fiducia ad un esplicito e chiaro impegno dal parte di Gentiloni a chiudere entro il 2016 “il dossier vergognoso delle latitanze alla luce del sole”.
“Voglio dedicare questo impegno ribadito dal Presidente del Consiglio Gentiloni ad un magistrato di valore che sta per concludere il suo lungo ed efficace servizio: il dottor Cataldo Motta, attualmente Procuratore a Lecce, cui dobbiamo tanti risultati sul fronte del contrasto al caporalato e alla criminalità organizzata”, conclude Mattiello.