Basta depistaggi: Parlamento approvi legge anche per Regeni, Alpi, Rostagno

(ANSA) – ROMA, 2 APR – Ricorrono oggi i 31 anni dalla strage di Pizzolungo, nel trapanese, l’attentato dinamitardo in cui Cosa Nostra intendeva uccidere il magistrato Carlo Palermo e che invece provoco’ la morte di una donna, Barbara Rizzo, 30 anni, e dei suoi due bambini, Giuseppe e Salvatore, di 6 anni, che casualmente passavano in auto in quel tratto di strada diretti verso la scuola. L’esplosione dell’autobomba si udi’ a chilometri di distanza. “Dalla strage di Pizzolungo all’assassinio di Giulio Regeni, basta ad ogni depistaggio”, dice il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, il quale chiede che il Parlamento approvi la legge sul depistaggio ferma la Senato. “Oggi ricordiamo la strage del 2 aprile 1985: doveva morire il giudice Carlo Palermo con la sua scorta, invece morirono una mamma e i suoi due bambini che, con la loro auto, fecero casualmente da scudo alla macchina del giudice. Perche’ Cosa nostra si diede da fare per uccidere un magistrato che era arrivato a Trapani da poche settimane? Quanto hanno pesato le indagini che Palermo aveva cominciato a Trento e che riguardavano il traffico internazionale di armi e droga? Quanto quelle indagini avevano messo in allarme un certo mondo politico che benedicendo quei traffici traeva illecito sostentamento per i partiti?”. “Quanto quelle indagini incrociarono le piste battute da altri due morti ammazzati, Mauro Rostagno e Ilaria Alpi? A queste domande la giustizia non ha mai risposto”, ragiona il deputato, secondo il quale “ora l’Italia fa bene a pretendere verita’ e giustizia per Regeni, fa bene a ipotizzare depistaggi ma si guardi anche in casa. Punire e prevenire i cosiddetti depistaggi significa battersi per un potere che sia democratico e non oligarghico, dominato da consorterie potenti quando non criminali”.

Inchiesta petrolio: Governo fughi dubbi su Emirati

(ANSA) – ROMA, 31 MAR – “Il Governo dia un segnale chiaro e approvi il Trattato di cooperazione giudiziaria tra Italia ed Emirati Arabi. L’audizione dei magistrati della DDA di Reggio Calabria svolta oggi in occasione della missione in corso della Commissione Antimafia, aggrava, se possibile, la responsabilita’ della politica: non e’ sopportabile che tanto lavoro investigativo e giudiziario fatto, venga mortificato dalla mancanza di strumenti giuridici, per altro gia’ approntati”. A dirlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente dell’Antimafia, oggi e domani in Calabria per una missione a Reggio Calabria e Locri guidata dalla presidente della Commissione, Rosy Bindi. “Sa proprio di beffa: il Trattato, preparato da Orlando che volo’ ad Abu Dabhi il 16 settembre del 2015, dopo aver ottenuto i pareri favorevoli anche di Interni ed Esteri, e pur essendo stato messo all’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 3 marzo, e’ stato rimandato indietro per approfondimenti. Chi ha avuto interesse a chiedere il rinvio in Consiglio dei ministri?”, si chiede il deputato. Che aggiunge: “Piu’ passa il tempo, piu’ aumentano le preoccupazioni: a chi conviene continuare a fare degli Emirati Arabi una zona franca? Sicuramente a latitanti e riciclatori, ma forse anche a chi gestisce grandi interessi economici e finanziari. Il Governo sgombri ogni dubbio”, conclude Mattiello