21 Marzo: sparita l’innocenza grazie a Calderoli

(ANSA) – ROMA, 17 MAR – “Il Senato vota la istituzione della Giornata nazionale delle vittime innocenti delle mafie, anzi no”. A sottolinearlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia, che interviene sull’istituzione, il 21 marzo, della Giornata nazionale delle vittime innocenti delle mafie, appena approvata dal Senato. “E’ un fatto positivo – osserva Mattiello – il voto unanime di un provvedimento tanto atteso che istituzionalizza la scelta di individuare nel primo giorno di primavera la giornata dedicata al ricordo di tutte le vittime innocenti delle mafie, una scelta fatta dai familiari stessi di queste vittime, che Libera ha sostenuto, interpretato e concretizzato per vent’anni. Una scelta benedetta che non coincidendo con nessun anniversario di questa o quella vittima, sta a significare che non ci sono vittime di seria A e vittime di serie B. Peccato che sia passato un emendamento del senatore Calderoli che ha eliminato la parola "innocenti” dal titolo della Giornata che viene istituita". “Essendo il titolo di una giornata simbolica – prosegue il deputato – sarebbe stato meglio non lasciare equivoci, perche’ soprattutto per i familiari e’ fondamentale che la memoria dei propri cari, uccisi perche’ si opponevano, uccisi per caso, venga immediatamente e chiaramente distinta dal riferimento ad altre vittime delle mafie, cioe’ i mafiosi stessi caduti nelle tante faide criminali. Togliere quella parola e’ prima di tutto uno schiaffo dato a questi familiari. Togliere questa parola e’ al contempo un modo raffinato per costruire una trappola: un inciampo pericoloso nel perfezionare l’iter parlamentare della legge nel piu’ breve tempo possibile. Peccato”, conclude Mattiello.

La politica ascolti le parole del procuratore Lo Voi

(ANSA) – ROMA, 16 MAR – “Bisogna che la politica ragioni sulle parole del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi. Ma intanto facciamo tutto quello che e’ gia’ possibile”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia e relatore alla Camera della riforma del voto di scambio politico-mafioso (il cosiddetto 416 ter) nel 2014, che interviene sulle parole del procuratore Lo Voi che suggerisce di elaborare nuove fattispecie che fotografino meglio il rapporto di scambio tra mafiosi e imprenditori. “Qualche giorno fa il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti proponeva di considerare la corruzione una aggravante del 416 bis e il procuratore generale Scarpinato ha riproposto qualche settimana fa di rivedere le fattispecie di concorso esterno e anche lo stesso schema associativo del 416 bis. Io aggiungo che anche lo schema del 416 ter (il reato di voto di scambio-politico mafioso, ndr) appare sempre piu’ residuale: tutti questi elementi segnalano una riflessione critica importante”, prosegue Mattiello. “Le mafie – dice l’esponente dem – sono cambiate nei fatti ed e’ senz’altro opportuna una rivisitazione di alcune norme per verificarne fino in fondo l’adeguatezza a "mordere” la realta’. Ma intanto a certi imprenditori, che non vanno confusi con quelli che in stato di assoggettamento ubbidiscono a richieste variamente estorsive, che si siedono a tavola con i mafiosi in uno scambio di convenienze, forse piu’ che il concorso esterno, andrebbe contestato direttamente il 416 bis" (ovvero il reato di associazione di tipo mafioso). “La mafia, oggi – ragiona il deputato – e’ sempre piu’ sistema criminale che usa prioritariamente l’economia legale e subordinatamente quella illegale. Anche per questo la vicenda Scajola-Matacena e’ cosi’ interessante e paradigmatica: chissa’ che la grande operazione che ha portato in carcere proprio ieri Giorgio De Stefano non  preluda a nuovi sviluppi”

Testimoni di Giustizia: si definisca l’iter parlamentare della Riforma

(ANSA) – ROMA, 10 MAR – “Ancora una importante operazione contro la ‘ndrangheta innescata dalla testimonianza di un imprenditore. Ma ha ragione il procuratore capo della Dda Federico Cafiero De Raho, che si rammarica perche’ alla fine questo imprenditore ha dovuto andare via dalla sua terra. Ad un cittadino che dopo un periodo piu’ o meno lungo passato a subire le vessazioni mafiose, in condizione di assoggettamento, trova la forza di denunciare, lo Stato dovrebbe garantire la possibilita’ di tornare ad una vita normale, libera e dignitosa. Questo succede ancora raramente, per diverse ragioni e un concorso di responsabilita’ che coinvolge tutti, nessuno escluso. La politica deve fare la propria parte, modificando le norme che hanno dimostrato di non funzionare”. A sottolinearlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, che in Commissione Antimafia coordina il gruppo di lavoro che si occupa di collaboratori, testimoni di giustizia e vittime di mafia. Mattiello ricorda che la Commissione parlamentare Antimafia dopo due anni di lavoro, ha depositato in Parlamento una proposta organica di riforma, sottoscritta da tutti i gruppi politici. “E’ importante che si definisca l’iter parlamentare. Faccio appello alla Presidente della Camera Laura Boldrini che ha dimostrato sempre attenzione per queste questioni: martedi’ 15 Marzo, a Reggio Calabria verra’ aperto il nuovo negozio di Tiberio Bentivoglio, imprenditore simbolo della resistenza alla ‘ndrangheta: sarebbe un bel segnale poter annunciare quanto meno l’assegnazione del provvedimento alle Commissione referenti”, conclude il deputato.

“Susanna è morta a 56 anni , dopo 25 anni di malattia. E’ morta a Lugano, perchè quando ha deciso lucidamente di porre fine alla propria vita impedendo alla malattia di fare finire la sua esistenza non ha potuto fare questa scelta nel suo paese, a casa sua. Ha dovuto andare fuori dall’Italia, in Svizzera, a Lugano. Davide, suo figlio, ci chiede e si chiede: ma PERCHE’ una scelta del genere deve essere fatta quasi di nascosto, come se si rubasse qualcosa a qualcuno, come se si fosse dei ladri…”

Sul danneggiamento al monumento di Lea Garofalo

(ANSA) – ROMA, 9 MAR – “Fatti come il danneggiamento al monumento di Lea Garofalo dimostrano quanto la scelta di testimoniare sia sempre una scelta di grave rottura, tanto piu’ se maturata all’interno degli stessi contesti criminali. Le mafie non hanno mai avuto dubbi in merito”. Cosi’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “La Commissione parlamentare Antimafia – ricorda Mattiello – ha lavorato per due anni, depositando in Parlamento una proposta di riforma del sistema tutorio per i testimoni di giustizia, sottoscritta da tutti i gruppi politici, che tiene in particolare considerazione proprio percorsi come quello di Lea, perche’ donne come Lea sono le persone che pagano il prezzo piu’ alto, spesso insieme ai loro figli. La proposta di legge, apprezzata anche dal Vice Ministro Bubbico, attende di essere assegnata alle Commissioni referenti e di iniziare l’iter parlamentare. Non aspettiamo la prossima Lea”. Il monumento che ricorda Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta nel 2009 ed il cui cadavere fu dato alle fiamme, e’ stato danneggiato da sconosciuti a Petilia Policastro. Il danneggiamento e’ stato scoperto ieri dal sindaco del comune crotonese, Amedeo Nicolazzi.

Le primarie non possono restare un fatto tra privati: legalizziamole.

(ANSA) ROMA, 9 MAR – “Legalizzare le primarie per alzare il livello di guardia”. E’ quanto chiede il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, intervenendo sulle primarie. “I fatti di Napoli – osserva Mattiello – ripropongono una questione che avevamo evidenziato fin dalla riforma del 416 ter: fino a quando le primarie non saranno previste in legge, resteranno un fatto tra privati e quindi non sara’ possibile tutelarle con gli strumenti del diritto penale. Questo non vuol dire renderle obbligatorie, i partiti sarebbero liberi di usare o non usare questo strumento, ma se decidessero di usarlo, saprebbero di adoperare uno strumento regolato dalla legge e quindi elevato a interesse pubblico. L’affermazione della legalita’ nel nostro Parse passa anche da scelte del genere”, conclude il deputato.

Ministro, si ricorda poi la relazione che aspettiamo da mesi?

(ANSA) ROMA, 8 MAR – “Il pezzo di Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, rende ancora piu’ amaro il silenzio del Ministro dell’Interno. Proprio perche’ siamo consapevoli che l’accoglienza dei migranti puo’ trasformarsi in un business scellerato, prima che esplodesse Mafia Capitale, proponevamo nell’ottobre del 2014 l’emendamento votato all’unanimita’, che impone al Ministero Interno di pubblicare al 30 giugno di ogni anno una relazione economica dettagliata sul sistema primario, quello nel quale poi alta e’ la discrezionalita’ di intervento”. A sottolinearlo e’ il deputato dem Davide Mattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, dopo l’articolo sul Corsera di oggi “Il business dell’accoglienza a spese nostre e dei migranti”. “Una relazione – ribadisce Mattiello – che chiarisca quanti soldi vengano dati a chi, per fare che cosa, come vengano monitorati. Ad oggi la relazione non e’ stata pubblicata. Eppure gli uffici preposti il lavoro lo hanno fatto. Perche’ allora tenerla nel cassetto? La trasparenza e’ alleata della solidarieta’, va fatto ogni sforzo per distinguere chi seriamente si prende cura dei migranti e chi li usa come una conveniente partita di giro, che puo’ trasformarsi anche in rendita elettorale”, conclude il deputato.

i 20 anni della Legge 109/96

(ANSA) – ROMA, 7 MAR – In occasione del ventennale della legge 109/96 per l’uso sociale dei beni confiscati alle mafie, approvata grazie alla raccolta di un milione di firme promossa da Libera, oggi in tutta Italia i beni confiscati “aprono le porte” ai cittadini, alle scuole, ai giovani, alle istituzioni per accogliere e raccontare i risultati raggiunti ma anche evidenziare i nodi e le contraddizioni da risolvere. L’iniziativa “BeneItalia. Beni confiscati restituiti alla collettivita’” e’ organizzata da Libera in collaborazione con le  centinaia di realta’ cooperative e associative che in Italia gestiscono i beni confiscati. Saranno oltre 150 oggi gli appuntamenti in tutto il Paese con visite guidate, incontri, biciclettate e iniziative sui beni confiscati alle mafie con la partecipazione di studenti, scuole, cittadini, associazione, scout, parrocchie con lo scopo non solo di far toccare con mano il valore di queste esperienze, ma anche di suscitare quell’impegno trasversale che da sempre garantisce il loro sviluppo e la loro continuita’ nello spirito di condivisione che ha sempre caratterizzato questo percorso. Grazie a quella legge, che ha rappresentato uno spartiacque nella lotta al crimine organizzato sia nel metodo – saldando l’aspetto repressivo con quello rigenerativo e sociale – sia nei risultati, con la restituzione alla collettivita’ di migliaia di beni rubati dai poteri criminali, oggi – evidenzia Libera, fondata da don Luigi Ciotti, che ne il presidente – sono oltre 500 le realta’ che gestiscono quelle terre e quegli immobili,con l’onere non indifferente di trasformarli in luoghi di lavoro, di formazione, di cultura, di accoglienza e servizio alle persone deboli. “In questi vent’ anni – dice don Ciotti – molte di queste realta’ sono diventate palestre di democrazia, occasioni di lavoro pulito, vero, di accoglienza per le persone fragili e in difficolta’, di formazione e impegno per migliaia di giovani che volontariamente, ogni anno, vi passano parte dell’estate. Insomma segni di speranza in territori che la speranza avevano perso, dimostrazioni che la ribellione alle mafie (e alle forme di corruzione e di parassitismo che le facilitano) e’ possibile se tutti – cittadini e amministratori, associazioni e istituzioni, politica e economia, mondo laico e cattolico – ci assumiamo le responsabilita’ del bene comune, comportandoci come il cittadino onesto, responsabile e solidale di cui parla, ma soprattutto a cui parla la Costituzione”. “Il modo migliore che la politica ha per celebrare i 20 anni della 109 e’ approvare al piu’ presto la riforma del Codice Antimafia, gia’ votata dalla Camera l’11 novembre 2015”, sottolinea il deputato Pd Davide Mattiello, relatore della riforma sui beni sequestrati e confiscati approvata alla Camera in novembre. “La riforma da questa settimana all’esame del Senato, mantiene e migliora quel l’impianto, aggiungendo strumenti di sostegno alle aziende sequestrate perche’ non si perdano posti di lavoro buoni e rafforzando l’Agenzia, la procedura e la tutela dei terzi”, conclude Mattiello.

Sostituire Rosy Bindi? Inutile e dannoso

(askanews) – “In Commissione antimafia non c’è alcuna discussione a riguardo. Non avverto questo problema. Coloro che hanno inteso mettere in circolazione questa voce, sono coloro che non hanno a che fare con la Commissione parlamentare antimafia e non stanno animando il dibattito all’interno della Commissione. Arrivati a questo punto, sostituire la presidente della Commissione sarebbe inspiegabile, perché sarebbe dannoso per tanti motivi”. Lo ha detto Davide Mattiello, deputato del Pd e membro della commissione antimafia, a Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it). “Da quando si è insediata la presidente Bindi, la commissione antimafia ha lavorato più di qualunque altra commissione e i documenti parlamentari lo attestano – ricorda Mattiello -. Un esempio su tutti è lo scandalo della mala gestione sui beni confiscati alla mafia. La Commissione, appena insediata, ha aperto un’inchiesta proprio sui beni confiscati e le aziende confiscate alle mafie”.

Trattato Italia-Emirati: fumata nera: un peccato..

(ANSA) ROMA, 3 MAR – “Il Governo negli ultimi due anni – prosegue Mattiello – ha impresso una svolta significativa a questa questa questione, ma ancora insufficiente: peccato, perche’ investigatori e magistrati continueranno a sbattere contro un muro. Lo stesso procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti solo ieri, presentando in Commissione Antimafia la nuova relazione annuale della Dna, ha messo in evidenza quanto sia sempre piu’ decisiva la cooperazione giudiziaria internazionale nel contrasto alla criminalita’ organizzata: spero che il Trattato possa passare alla prossima seduta”