Testimoni di Giustizia: la normativa non funziona

(ANSA) – ROMA, 25 OTT – Da luglio e’ pronta una proposta di legge per riformare il sistema di protezione e la qualita’ della vita dei testimoni di giustizia, coloro che hanno subito racket, estorsioni, intimidazioni o hanno assistito a crimini e delitti decidendo di denunciare. “Non c’e’ piu’ alcun motivo per non riformare una materia che, nonostante la dedizione e la professionalita’ di molti, non funziona. Perche’ non basta che i testimoni di giustizia sopravvivano alla violenza mafiosa, bisogna che vivano da persone libere”, sostiene il deputato Pd DavideMattiello, che in Commissione Antimafia coordina il gruppo di lavoro che si occupa di collaboratori, testimoni di giustizia e vittime di mafia. Intanto mercoledi’ prossimo, 28 ottobre, il viceministro dell’Interno Filippo Bubbico ha annunciato un seminario nel quale saranno presentate le conclusioni del tavolo tecnico istituito presso il Viminale nel Maggio del 2014, per rivedere il sistema tutorio. “Ci chiediamo se a questo seminario e’ stata prevista o meno la presenza di noi testimoni di giustizia – scrive Luigi Coppola, che coordina i testimoni di giustizia campani – e stiamo valutando di presentarci sperando di non essere lasciati fuori. Crediamo di avere tutto il diritto di ascoltare dal vivo cosa verra’ tirato fuori dal cilindro visto che ad oggi lo Stato non e’stato capace di assicurare un solo posto di lavoro ai testimoni di giustizia e continua spesso a lasciarli senza sicurezza al termine dei processi”. Intanto i testimoni di giustizia siciliani, assunti grazie ad una legge varata appositamente dalla Regione Siciliana e assegnati in servizio presso la sede romana della Regione, lanciano un appello per essere con urgenza trasferiti in distacco presso le prefetture delle citta’ italiane in cui vivono con le proprie famiglie, spesso sotto protezione. “E’ urgente provvedere al trasferimento dei testimoni di giustizia assunti presso quelle sedi dove essi hanno ricostruito, con fatica, le loro vite, garantendo la massima riservatezza, tutela e esigibilita’ dei propri diritti di lavoratore”, scrivono il presidente dell’Associazione nazionale testimoni di giustizia, Ignazio Cutro’ il segretario, Giuseppe Carini. Due sono i problemi per i testimoni di giustizia siciliani che lavorano a Roma: da un lato rischi per la propria incolumita’ (anche i colleghi di lavoro hanno mostrato qualche preoccupazione), dall’altro il fatto che sono costretti a vivere lontani dalle proprie famiglie. Di qui l’appello al Viminale e alla Regione per facilitare i trasferimenti presso le prefetture. In Italia i testimoni di giustizia e i loro familiari sono un migliaio, i collaboratori e i loro familiari sono circa cinquemila.

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