Il Governo ha confermato che la giornata nazionale per la sicurezza delle scuole sarà istituita il 22 Novembre

(ANSA) – ROMA, 30 SET – Celebrare il 22 novembre – giorno in cui nel 2008 in un’aula del liceo Darwin di Rivoli in seguito al crollo del controsoffitto perse la vita Vito Scafidi – la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole. Lo suggerisce la proposta di legge (n. 2758) firmata da 36 deputati (del Pd ma non solo) presentata oggi, in una conferenza stampa, alla Camera, dai parlamentari Umberto D’Ottavio e Davide Mattiello (Pd), Cinzia Caggiano Scafidi madre di Vito Scafidi, Adriana Bizzarri di Cittadinanzattiva e Paolo Pascucci della fondazione Benvenuti in Italia. Una proposta che appena lanciata ha gia’ raggiunto il traguardo visto che il Governo – ha spiegato il capo dipartimento del Miur Sabrina Bona presente all’incontro – ha scelto di accoglierla (la richiesta verra’ formalizzata domani in occasione della seduta dell’Osservatorio per l’edilizia scolastica). E ha deciso anche di indire un concorso di idee per le scuole perche’ “vogliamo – ha spiegato la dirigente ministeriale – che il logo della giornata sia ideato dai ragazzi”. La legge sulla “Buona Scuola” istituisce la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole e delega al governo l’individuazione di una data e dunque la proposta avanzata oggi potrebbe essere inserita in un decreto attuativo della legge 107 di prossima emanazione. “Le ragioni del nostro impegno politico – ha spiegato Mattiello – stanno nella memoria di Vito ma anche degli angeli di San Giuliano e dei giovani della Casa dello Studente dell’Aquila. Tutte tragedie che hanno un comune denominatore: la fatalita’ ha incrociato comportamenti non adeguati”. “Abbiamo scelto questa data – ha aggiunto D’Ottavio – perche’ il 22 novembre ha rappresentato uno spartiacque. La cultura della sicurezza e’ cambiata anche grazie alla magistratura”. “Chiediamo che la giornata sia intitolata – ha dichiarato Adriana Bizzari – a tutte le vittime della scuola italiana e che venga costituita una sorta di cabina di regia per individuare un piano nazionale e annuale delle attivita’”. Il tutto con un unico scopo: far attecchire la cultura della sicurezza, a cominciare dalle giovani generazioni. Perche’ – non si stanchera’ mai di ripetere la mamma di Vito – “non si puo’ morire a scuola, la scuola e’ vita”

Protezione speciale per le donne che rompono con i clan

(ANSA) – ROMA, 29 SET – La protezione speciale per le donne che decidono di rompere con famiglie criminali e’ prevista nel progetto di riforma di legge sul sistema tutorio per i testimoni di giustizia. A ricordarlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello che in Commissione Antimafia coordina il gruppo di lavoro sui testimoni di giustizia, i collaboratori e le vittime di mafia. “E’ l’articolo 21 della proposta di legge che come coordinatore del V Comitato della Commissione antimafia ho messo nelle mani della Presidente Bindi – spiega Mattiello- perche’ possa diventare una proposta di tutta la Commissione Antimafia. E’ l’articolo che prevede il cambio di generalita’ e il sostegno per quei famigliari che pur non avendo un contributo informativo apprezzabile da offrire all’autorita’ giudiziaria, decidono di rompere con la famiglia cui appartengono”. “L’esperienza insegna che sono per lo piu’ donne e che spesso la loro scelta e’ motivata dal desiderio di evitare ai propri figli un destino gia’ scritto. Tutto il sistema tutorio va riformato e i tempi ormai sono maturi: anche il Governo, che ha istituito un anno e mezzo fa un tavolo tecnico per ripensare la normativa, dovrebbe avere le idee chiare. Cosa aspettiamo? Dovrebbero spronarci – conclude l’esponente del Pd – anche le parole del Presidente della Repubblica Mattarella che ieri a Napoli ha incoraggiato i giovani a farsi protagonisti della lotta contro le mafie: l’impegno cui ha giustamente richiamato il Presidente Mattarella non ha bisogno di centinaia di telecamere di sorveglianza in piu’, ma di centinaia di vite resistenti che lo Stato deve sapere sostenere e proteggere”

Edilizia scolastica, conferenza stampa del Pd per presentare proposta di legge

Mercoledì 30 settembre alle ore 16,00  presso la sala stampa della Camera dei deputati

Parteciperanno Umberto D’Ottavio, deputato del Pd in commissione Cultura e primo firmatario della proposta di legge, Davide Mattiello, deputato del Pd e firmatario della proposta di legge, Cinzia Caggiano Scafidi madre di Vito Scafidi, Adriana Bizzarri in rappresentanza di Cittadinanzattiva e Francesca Risplo per la fondazione Benvenuti in Italia.

La legge sulla “Buona Scuola” istituisce la Giornata nazionale per la sicurezza nelle scuole e delega al governo l’individuazione di una data. La proposta di legge n. 2758, firmata da 36 deputati, propone di individuare quella data nel 22 novembre, giorno in cui nel 2008 in un’aula del liceo Darwin di Rivoli (Torino), in seguito al crollo del controsoffitto, perse la vita lo studente Vito Scafidi e altri riportarono ferite più o meno gravi.

La proposta di legge è stata fatta propria e sostenuta da Cittadinanzattiva.

Quando il confronto Agostino/Aiello?

(ANSA) ROMA, 28 SET – “Quando il confronto tra Vincenzo Agostino e Aiello?”: a chiederselo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente della Commissione Antimafia e della Commissione Giustizia, dopo che oggi l’ex poliziotto Aiello, sentito a Caltanissetta nell’ambito del Capaci Bis, si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere, essendo imputato in procedimento connesso. “Mi chiedo – dice Mattiello – se la presenza in Sicilia di Aiello possa essere l’occasione per organizzare finalmente il confronto tra Aiello e Vincenzo Agostino, il padre di Nino Agostino ucciso con sua moglie Ida il 5 agosto 1989. Il gip di Palermo respingendo la richiesta di archiviazione avanzata dalla Procura nell’ambito del procedimento per il duplice omicidio, ha infatti ordinato ulteriori sei mesi di indagini, prevedendo tra gli atti da compiere proprio il confronto tra Aiello e Agostino. I sei mesi stanno per finire. La verita’ su quei fatti, oltre che doverosa, e’ anche di stringente attualita’, come la recente intervista al collaboratore Gioacchino La Barbera pubblicata dal quotidiano La Repubblica dimostra”, conclude il deputato del Pd.

Anniversario omicidio Rostagno: a che punto é il reato di depistaggio?

(ANSA) – ROMA, 26 SET – “Ricordare oggi Mauro Rostagno, ucciso il 26 settembre del 1988 dalla mafia, e’ l’occasione per tornare a fare il punto sul reato di depistaggio e su quello che sta succedendo oggi nel Trapanese. I lavori in Parlamento per l’approvazione del reato di depistaggio sono fermi: dopo la piccola fiammata di fine Luglio, pochi giorni prima dell’anniversario del 2 Agosto, tutto tace in Senato”. Lo rileva in una nota Davide Mattiello (Pd), componente della Commissione Antimafia e Giustizia. “L’importanza dell’approvazione di questo reato – prosegue l’esponente dem – e’ chiara, basta ripensare alle motivazioni della sentenza di condanna per l’omicidio di Mauro, che fanno esplicitamente riferimento a gravi depistaggi messi in essere immediatamente dopo l’omicidio. Basta pensare alle parole dure della dottoressa Principato sulle protezioni altolocate che garantiscono la latitanza di Messina Denaro. Bastera’ seguire con attenzione il processo d’Appello che sta per aprirsi e che vede imputato il senatore D’Ali’: perche’ si puo’ depistare in tanti modi, anche facendo allontanare dalla pista buona un bravo investigatore. Bastera’ seguire con attenzione – aggiunge Mattiello – quanto sta accadendo a Caltanissetta dove la Procura ha chiesto l’archiviazione del procedimento a carico dei presunti depistatori della strage di Via D’Amelio, il Gip per ora si e’ riservato di decidere e chissa’ che non succeda come a Palermo, dove a fronte di analoga richiesta, il Gip ha ordinato sei mesi di indagini in piu’ perche’ si cerchi di far luce su chi ha coperto gli assassini di quel bravo poliziotto, Nino Agostino e di sua moglie Ida. Non sono storie diverse: e’ la stessa storia – conclude Mattiello – una storia marcia di violenza e corruzione, quella storia che Mauro ha cercato sempre, con tutta la sua vita, di fare differente”. (ANSA

Solidarietà agli agenti di Napoli

(ANSA) – ROMA, 25 SET – “E’ doveroso esprimere massima solidarieta’ agli agenti colpiti a Napoli, evitando di derubricare a violenza comune quella che e’ e resta violenza di tipo mafioso”. Lo afferma il deputato del Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Chi ha sparato – sostiene il deputato – lo ha fatto con la consapevolezza di ribadire il controllo criminale del territorio anche contro lo Stato: e’ l’essenza del 416 bis, e’ il cuore della forza intimidatrice del vincolo associativo, che puo’ sicuramente evolvere in altre manifestazioni, come ha mostrato Mafia Capitale, ma che ha la propria storica radice in questo modello. Sara’ pure una mafia scomposta, come gli investigatori piu’ avveduti hanno da tempo messo in evidenza, ma pur sempre di forma mafiosa si tratta. Lo Stato – conclude Mattiello – deve trarne tutte le conseguenze, guai ad abbassare il tiro, usando parole rassicuranti: sarebbe tra l’altro un modo per esporre ad un rischio ancora piu’ alto, uomini e donne delle forze dell’ordine”.

Migranti: il Ministero produca la relazione prevista dalla Legge

(ANSA) ROMA, 24 SET – “Sull’accoglienza e’ giusto non moltiplicare le Commissioni di inchiesta, ma il ministero dell’Interno deve produrre la relazione prevista dalla legge”. A chiederlo e’ il deputato del Pd Davide Mattiello, che spiega: “un anno fa proposi un emendamento che venne votato all’unanimita’ con il parere favorevole del Governo, che prevede l’obbligo in capo al ministero dell’Interno di redigere una relazione annuale che renda trasparente la gestione dei fondi pubblici nel sistema di accoglienza. Il termine per la relazione era giugno. Ad oggi la stiamo ancora aspettando”. “Su questa questione il Parlamento e i cittadini devono avere tutte le informazioni del caso: con quello che e’ successo con Mafia Capitale non e’ possibile lasciare anche soltanto il sospetto che qualcuno sia ancora nelle condizioni di speculare sulla pelle degli ultimi”, conclude Mattiello.

Testimoni di Giustizia: non scambiare l’esasperazione con l’insofferenza alle regole

(ANSA) ROMA, 24 Set – “L’esposizione pubblica dei testimoni di giustizia e’ spesso frutto di esasperazione, non di insofferenza alle regole”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, che in commissione Antimafia coordina il gruppo di lavoro che si occupa di testimoni di giustizia, collaboratori e vittime di mafia e che risponde cosi’ indirettamente ad alcune dichiarazioni rilasciate dal direttore del Servizio Centrale di Protezione, Andrea Caridi. “Da oltre 10 anni – spiega – mi occupo dei testimoni di giustizia, di molti conosco le famiglie, le sofferenze, le frustrazioni e spesso ho dovuto constatare che la sovra esposizione mediatica e’ stata una conseguenza necessitata dalle condizioni insopportabili in cui vivevano e non un capriccio per mettersi in mostra. C’e’ qualcosa di grave che non funziona a monte del sistema, se si da’ per scontato che un cittadino onesto, soltanto per aver fatto il proprio dovere di denuncia, diventando con cio’ una fonte di prova determinante in processo, debba diventare un assistito di Stato, visto che deve essere sradicato dalla sua terra, perdere casa, lavoro e affetti”. “Per questo – prosegue Mattiello – abbiamo lavorato ad una proposta di legge che riforma il sistema e che ora sta all’attenzione della Presidente della Commissione Antimafia Bindi. Le difficolta’ burocratiche sugli inserimenti lavorativi sono purtroppo l’ultima conferma della farraginosita’ di questi meccanismi: parliamo di poche decine di persone, la gran parte siciliani, coperti anche economicamente dalla legge speciale siciliana: ma quanto ci vuole a sistemarli in modo dignitoso?”. Mattiello ricorda di aver da tempo avanzato ai ministri Alfano e Orlando una proposta concreta: vengano assunti anche all’interno dell’amministrazione centrale dello Stato, Ministeri, Prefetture e Tribunali, “piuttosto che stressare solo gli Enti Locali che hanno gia’ enormi problemi sul personale”