Spero che Copasir guardi anche le carte di Matacena, Scajola e Rizzo

(ANSA) – ROMA, 18 GIU – “Dall’indagine del Copasir emergono altre conferme sulla trasversalita’ dei sistemi criminali. Spero che il Copasir guardi anche le carte del processo Matacena, Scajola, Rizzo”. A sostenerlo e’ il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni Antimafia e Giustizia. “Il Copasir – scrive – ha iniziato ad indagare su eventuali rapporti tra Carminati e i Servizi: per questo ha sentito l’on. Minniti oggi in audizione e questo e’ di per se’ un fatto positivo che sia il presidente del Pd Orfini, che il sottoscritto avevamo auspicato”. Secondo il deputato dell’Antimafia, “per il lavoro del Copasir le carte del processo che si sta celebrando a Reggio Calabria sono molto interessanti allora, perche’ ci sono delle intercettazioni telefoniche che riguardano Vincenzo Speziali, sulla cui testa pende un ordine di custodia cautelare non eseguito, perche’ lo Speziali si trova a Beirut, che lasciano pochi dubbi sui rapporti tra lo Speziali e i Servizi, rapporti che rientrano nella piu’ vasta rete di relazioni funzionale a fare affari e a tutelare persone amiche. Come e’ appunto – prosegue Mattiello – il caso di Matacena, tuttora latitante a Dubai e come e’ stato verosimilmente il caso di Dell’Utri, riparato proprio in Libano, almeno fino a quando probabilmente e’ stato considerato un male minore il suo rientro in Italia”. “Nell’attesa che Speziali e Matacena vengano assicurati alla giustizia italiana – consiglia Mattiello – il Copasir potrebbe sentire l’ex Capo Centro AISE ad Abu Dhabi Paolo Costantini: aggiungerebbe senz’altro un tassello importante”

moncalieri: Nesci, ovvero l’attenzione alle opportunità politiche delle candidature

(ANSA) – TORINO, 18 GIU – “Sulla vicenda relativa a Mario Nesci bisogna approfondire e verificare, senza semplificare, evitando etichette non basate su dati certi e reali”. Lo sostengono i parlamentari Pd Stefano Esposito e Davide Mattiello, esponenti della Commissione Antimafia, dopo l’ingresso nel Consiglio comunale di Moncalieri del primo escluso Mario Nesci, imprenditore edile imparentato con Nicola Nesci, che risulterebbe legato alla Cosca di Cimina’, nella Locride. “La ‘ndrangheta – affermano Esposito e Mattiello – vive di relazioni familiari e di relazioni con chi ricopre incarichi nelle istituzioni, quindi l’attenzione deve essere massima e non puo’ basarsi esclusivamente sulle evidenze giudiziarie, deve comprendere quella valutazione sull’opportunita’ politica, che dipende piu’ dall’etica dei partiti che da una qualche norma”. “E’ indispensabile che Mario Nesci spieghi pubblicamente la sua posizione – aggiungono – ma sara’ nostra cura, per il ruolo che ricopriamo in quanto membri della Commissione parlamentare antimafia, raccogliere elementi utili alla formazione di una valutazione oggettiva e seria da parte del Pd”.

Non sia mortificato il lavoro di magistrati e forze dell’ordine

ROMA, 17 GIU – “Se la politica non fa fino in fondo la propria parte, c’e’ il rischio di mortificare il frutto del lavoro di magistrati e forze dell’ordine. Ribadisco da questa aula del Tribunale di Reggio Calabria la sollecitazione al Governo perche’ Matacena, latitante a Dubai e Speziali, residente a Beirut e oggetto di una misura cautelare, vengano portati in Italia al piu’ presto e messi a disposizione della Giustizia”. Lo sostiene il deputato Pd Davide Mattiello, componente delle Commissioni giustizia e antimafia, che oggi ha preso parte ad una delle udienze in corso a Reggio Calabria per il processo nel quale sono imputati, tra gli altri, l’ex ministro dell’Interno Claudio Scajola e Chiara Rizzo, moglie dell’ex parlamentare di Forza Italia Amedeo Matacena. “Ribadisco poi l’importanza – prosegue il parlamentare – che ha la lettura integrata di quanto emerge a Reggio Calabria, con quello che emerge a Roma con Mafia Capitale e il processo alla P3, fino a Genova con il rinvio a giudizio di Bossi e Belsito, una lettura integrata che faccia anche luce sulle pressioni indebite denunciate da Costantini, gia’ capo centro Aise ad Abu Dabhi, volte a tutelare la presenza di Matacena. Questa lettura integrata e’ compito della DNA, ma anche della Commissione Antimafia. Sono convinto che esista una unica rete di alleanze, capace di mettere in relazione ‘ndrangheta, imprenditori, politici, estrema destra, centri di potere istituzionale: unire questi punti non puo’ essere compito soltanto della Magistratura”. PerMattiello, la Commissione Antimafia, che ha gia’ da un anno iniziato a lavorare su questi fatti, “e’ bene che prosegua senza indugio. Infine spero che Amedeo Matacena possa leggere la lettera pastorale scritta dai Vescovi della Calabria: una denuncia chiara e coraggiosa della ‘ndrangheta e delle responsabilita’ della politica collusa, che lascia aperta la porta della conversione. Perche’ soltanto nella verita’, c’e’ la vera pace”.

A Domenico Belfiore..

A Domenico Belfiore chiedo di pensare a ciò che gli importa lasciare. Per chi in questi anni ha condiviso la memoria di Bruno Caccia e l’impegno nel cercare verità e giustizia, la notizia del suo ritorno a casa è motivo di riflessione: ha il senso di una storia che si chiude. Noi sappiamo che la verità su quell’omicidio non c’è. Noi sappiamo che lei, quella verità la conosce. La verità, in se’, è già giustizia. La verità libera e fa stare meglio sia chi la dice, sia chi la sente: nella verità c’è la possibilità di trovare la pace più profonda. Sig. Belfiore, la prego, ci pensi: cosa vale ormai? La lealtà mortifera ad un sodalizio che tanto ha fatto soffrire e fa soffrire, non soltanto le vittime, ma anche la sua famiglia o la libertà, che sta nella confessione della verità?’

I camion di Messina Denaro consegnati ai vigili del fuoco

(ANSA) – ROMA, 11 GIU – I camion di Matteo Messina Denaro sono stati consegnati ai Vigili del Fuoco: a darne notizia e’ il deputato Pd DavideMattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia. “Ancora un bel risultato dell’Agenzia Nazionale per i beni sequestrati e confiscati, diretta dal Prefetto Postiglione. Esprimo soddisfazione e gratitudine per il lavoro dell’Agenzia – prosegue Mattiello, relatore della riforma del Codice Antimafia nella parte che riguarda le misure di prevenzione e la riforma dell’Agenzia per i beni sequestrati e confiscati – che oggi ha raggiunto un risultato importante: circa 600 nuove destinazioni, di cui 390 immobili agli Enti Locali, 40 allo Stato, 154 mobili, tra cui i 33 camion del sequestro 6Gdo. Questo positivo risultato dell’Agenzia che il Prefetto Postiglione dirige giusto da un anno, mette per contrasto ancora piu’ in evidenza l’urgenza della riforma che ha l’obiettivo di potenziare e migliorare gli strumenti attraverso cui si passa dal sequestro alla destinazione. Riforma la cui responsabilita’ sta nelle mani del Governo e del Parlamento. Oggi il sistema e’ come quegli acquedotti bucati che perdono per la strada molta acqua preziosa. Troppe sono le aziende che chiudono. Anche la 6gdo, confiscata definitivamente il 7 Ottobre 2013, verra’ dichiarata fallita il 10 Giugno 2014, eppure quella era una catena di negozi veri: non erano lavatrici per il denaro sporco. I motivi di questi sprechi vanno ricercati in tutta la filiera istituzionale: tribunali, amministratori giudiziari, Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, Enti Locali, e vanno ricercati nella inadeguatezza delle risorse strumentali e delle norme che si devono adoperare. Insomma, bene che quei camion da oggi servano ai Vigili del Fuoco, ma sarebbe stato meglio se avessero continuato a servire i negozi Despar”, conclude l’esponente del Pd. 

Intervista a Davide Mattiello sull’eventuale commissariamento del comune di Roma

Intervista a Davide Mattiello sull’eventuale commissariamento del comune di Roma

Rosy Bindi: ottimo l’invito a Castiglione in Commissione

‘La Bindi ha fatto bene a invitare Castiglione in Commissione Antimafia. Il coinvolgimento del Sottosegretario Castiglione nell’inchiesta su Mafia Capitale è il fatto politicamente più importante degli ultimi giorni: giusto approfondire con tempestività. Ancora una volta la Presidente dimostra di interpretare con rigore il proprio ruolo e il compito della Commissione, che è quello di considerare gli elementi giudiziari come parte di un lavoro che deve essere condotto dall’organismo parlamentare in spirito di autonomia e specificità delle valutazioni. Un lavoro quindi che deve andare oltre quegli stessi elementi giudiziari, col fine di ricostruire condotte personali e contesti collettivi. Perché, come spesso dice il prof. Dalla Chiesa, la forza delle mafie, sta fuori dalle mafie’

Testimoni di Giustizia: la Conferenza delle Regioni firmi il protocollo con la Regione Sicilia

(ANSA) – ROMA, 10 GIU – La legge che prevede l’assunzione dei testimoni di giustizia, ovvero di coloro che hanno denunciato criminalita’, pizzo, estorsioni, racket, omicidi, rischia di essere un boomerang per le vittime siciliane: chi e’ stato assunto dalla Regione Siciliana, infatti, non puo’ rientrare nell’Isola, anche volendolo, per motivi di sicurezza. A renderlo noto e’ l’Associazione dei testimoni di giustizia siciliani presieduta da Ignazio Cutro’, il quale lancia un appello: “le istituzioni non possono fermarsi; il testimone, chi spesso ha vissuto quasi da recluso perche’ inserito in un programma di protezione, se vuole tornare in Sicilia, deve poterlo fare e va tutelato. Ringraziamo ancora comunque il presidente Rosario Crocetta per questa legge che da’ lavoro ai testimoni”. Al momento la Regione Siciliana ha assunto 10 testimoni di giustizia, gli altri (sono una cinquantina in tutto) dovrebbero essere assunti a breve. “L’assunzione nella Pubblica amministrazione dei testimoni di giustizia – osserva il deputato Pd Davide Mattiello, che in Commissione Antimafia guida il gruppo di lavoro su collaboratori, testimoni e vittime di mafia – pone problemi che ho piu’ volte evidenziato in queste settimane”. Sulla vicenda siciliana Mattiello auspica “che al piu’ presto la Conferenza delle Regioni firmi il protocollo con la Regione Siciliana: questo protocollo permettera’ di gestire al meglio le esigenze di ciascun testimone”. “E’ ragionevole infatti – ragiona il deputato dem – che il Servizio Centrale di Protezione segnali l’inopportunita’ del rientro in Sicilia di alcuni testimoni di giustizia per motivi di sicurezza, ma questo non deve tradursi nel destinarli tutti alla sede di rappresentanza romana della Sicilia. Il protocollo permettera’ di collocare i testimoni di giustizia nelle altre Regioni, dove spesso i testimoni col cambio di generalita’ si sono ricostruiti una vita e desiderano stare. Il tutto comunque a carico del bilancio della Sicilia”. “Per i non siciliani, la normativa, per essere attuata, ha bisogno di una ricognizione dei posti disponibili nelle PA a livello nazionale: il termine per questa ricognizione e’ fissato per l’autunno. Certo sarebbe meglio riuscire a finire prima. Il percorso fatto in questi anni e’ stato buono e ha affrontato problemi che si trascinavano da decenni. Con il contributo di tutti, anche questi ultimi problemi possono essere risolti”, conclude Mattiello. Intanto dalla Campania il coordinatore dei testimoni di giustizia campani Luigi Coppola chiede che il neo governatore De Luca si attivi per fare si’ che abbiano un lavoro anche i testimoni della Regione. “Da sindaco di Salerno – ricorda Coppola – offri’ lavoro e abitazione ad un vittima della criminalita’. Lo esortiamo a continuare questo percorso come gia’ ha fatto il governatore della Sicilia Crocetta”.