Altro duro colpo a Messina Denaro. (Ma c’è tanto da lavorare..)

(ANSA) – ROMA, 15 DIC – “Un altro duro colpo alla capacita’ economica del latitante Messina Denaro: nuovi sequestri di prevenzione applicati ad aziende riconducibili al boss come la Fontane d’oro. Una nuova conferma di quanto lo strumento sia importante, tanto che lo si vuole estendere ai reati di corruzione, e di quanto professionale sia il lavoro di Forze dell’ordine e magistratura”. Cosi’ il deputato Pd DavideMattiello, componente delle Commissioni Giustizia e Antimafia, commenta il blitz dei Carabinieri e della Guardia di Finanza contro il patrimonio della “famiglia” mafiosa del boss latitante Matteo Messina Denaro. “Proprio per questo – osserva Mattiello – sono insopportabili alcuni nodi”: l’Agenzia Nazionale resta “con il CdA azzoppato perche’ non integrato dalle nomine di competenza dei Ministri di Giustizia e dell’Interno”. La Banca dati informatizzata “che dovrebbe servire ad una gestione piu’ trasparente dei patrimoni, non funziona e la Commissione Antimafia attende da luglio che il Prefetto Postiglione fornisca una relazione sullo stato dell’arte”. “L’albo nazionale degli amministratori giudiziari, altro strumento di trasparenza gia’ previsto dalla legge – prosegue l’esponente del Pd – non funziona e segnalo che proprio su questa questione si sono concentrate ancora recentemente le inchieste giornalistiche di Pino Maniaci, fatto oggetto di inaudite intimidazioni. Infine i progetti di riforma sulla prevenzione patrimoniale rischiano di accavallarsi tra Camera e Senato: in Commissione Giustizia Camera giace il testo piu’ avanzato, perche’ gia’ votato come testo base, che potrebbe essere abbinato al testo proposto dalla Commissione Antimafia e a prima firma Bindi, che pero’ non risulta ancora formalmente depositato. Mentre in Senato e’ stato depositato il testo Orlando, del 29 Agosto, che contiene anche norme sulla prevenzione patrimoniale”. “E intanto – conclude Mattiello – ogni sigillo che viene apposto per sequestrare una azienda in odor di mafia rischia di trasformarsi in una tomba per i lavoratori onesti, che sono la gran parte”. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *