Premier Renzi si opponga all’inserimento di certe ‘voci’ nel calcolo del PIL

“Premier Renzi si opponga” (ANSA) – ROMA, 22 AGO – “La politica e’ scegliere. E’ un fatto che i nuovi parametri di computo del Pil definiti dall’Europa consentano di includere la stima della ricchezza prodotta dai traffici illeciti (droga, corruzione, contrabbando, prostituzione). E’ anche un fatto che questa novita’ serva a fare una fotografia piu’ precisa dell’economia del Paese, anche se tra Pil e qualita’ della vita dei cittadini il nesso e’ labile assai. E’ una scelta invece quella adoperare il PIL cosi’ addizionato di droga, contrabbando, corruzione e prostituzione per ridurre il rapporto con il deficit pubblico, ottenendone benefici sul piano della spesa pubblica”. Lo afferma Davide Mattiello, deputato Pd componente della Commissione Antimafia. “In Italia – spiega – la ricchezza prodotta attraverso i traffici illeciti ha una qualita’ speciale: rimanda all’odioso e non vinto potere delle mafie. Ammettere il "fatturato criminale” non soltanto nella foto di famiglia dell’economia italiana, ma tra le leve che favoriscono la tenuta dei conti pubblici, sarebbe l’ennesimo schiaffo tirato in faccia alle vittime delle mafie. Il presidente del Consiglio Renzi si e’ dimostrato attento a dare segnali precisi sul valore della legalita’ e della dignita’ della persona: auspico che dichiari di non voler adoperare questa quota di Pil per correggere il rapporto con il deficit. Auspico che piuttosto – conclude – annunci l’impegno a raddoppiare la quota di spesa pubblica dedicata alla ricerca, dal momento che questi stessi nuovi parametri europei consentono anche di computare questo tipo di spesa come investimento e non piu’ come costo. Sarebbe infatti angosciante dover constatare tra qualche mese che i Paesi nord europei migliorano il rapporto Pil/deficit grazie alla ricerca universitaria, mentre l’Italia migliora il rapporto tra Pil e deficit grazie a droga e corruzione" (ANSA)

In attesa del DAP

(ANSA) – ROMA, 21 AGO – “Si avvicina il 29 agosto e cresce l’attesa per i provvedimenti che il ministro Orlando presentera’ al CdM. Il ministro sta dimostrando grande sensibilita’ e prudenza nell’affrontare una materia tanto complessa e decisiva per la qualita’ della vita dei cittadini. Tra le questioni che andranno risolte c’e’ pure quella della nomina dei nuovi vertici del Dap, Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria, uno degli apparati fondamentali per il funzionamento dello Stato nel suo insieme, che ha a che fare non soltanto con la vita dei circa 54 mila detenuti, ma con quella degli agenti della polizia penitenziaria e generalmente con tutti gli addetti”. A scriverlo e’ il deputato Pd, membro della Commissione Antimafia Davide Mattiello, che dice di condividere l’appello lanciato dall’Associazione Antigone: “il nuovo Capo del DAP e’ bene che sia persona capace di interpretare al meglio la funzione costituzionale della esecuzione della pena in carcere. Oltre al sovraffollamento che genera condizioni di vita indecenti, bisogna impegnarsi ancora di piu’ perche’ il carcere non sia soltanto una discarica sociale, ma rappresenti un’occasione di riscatto sociale per chi espia la pena”. “Ma chiedo al ministro Orlando – prosegue Mattiello – di tenere nel medesimo conto la capacita’ del futuro capo del DAP di governare con il massimo della consapevolezza e della lealta’ istituzionale quel circuito di contatti tra DAP, GOM, Servizi, detenuti di caratura particolare, normalmente al 41 bis, Autorita’ Giudiziaria e collaboratori di giustizia. Un circuito necessario al funzionamento dello Stato, ma delicato e potenzialmente utile ad attivita’ di depistaggio. Insomma, e’ sicuramente importante, come dice Antigone, che il prossimo capo del DAP ne sappia di "domandine” e vita carceraria, ma e’ altrettanto importante che ne sappia di “farfalle” soprattutto quando hanno a che fare con operazioni classificate e protocolli". (ANSA)

Oppure uccidiamoci tutti

Sono sconvolto come tutti dalle immagini terribili dell’esecuzione capitale del giornalista americano. Ma ancora di più dai commenti che accompagnano sui social queste immagini, cose tipo: “Asfaltiamoli tutti”, “Un paio di bombe atomiche”, “I musulmani vanno tutti cacciati o sterminati”… Ci sono voluti oltre 70 milioni di morti perchè dopo la seconda guerra mondiale ci si convincesse della necessità di dare al Mondo uno strumento di incontro e di composizione dei conflitti, un modo per distinguere tra responsabilità criminali di singoli e gruppi organizzati e le ragioni dei popoli: così, con uno sforzo senza precedenti nella storia, sono nati l’ONU, i Caschi Blu, la Corte penale Internazionale. Strumenti imperfetti, pieni di contraddizioni, ma carichi di una ragione ineludibile: la violenza genera violenza e in un Mondo reso piccolo e di fatto unito dall’economia, non c’è più spazio per la guerra, ma soltanto per azioni di polizia internazionale volte a fermare gruppi violenti, criminali e per la conseguente azione giudiziaria di una Corte Internazionale. Chi oggi alimenta la logica della guerra tra Stati e nazioni e non quella della polizia internazionale, fa il gioco di chi con la violenza si è arricchito e continuerà a farlo. In Palestina, come in Ucraina, come in Iraq serve la polizia internazionale e serve l’incriminazione e la punizione severa di chi imbocca la via della violenza. Ogni altra strada è una follia. La pornografia della violenza non serve a niente: ogni “parte” ne ha fatte di cose orribili. Anzi, l’unica utilità di questa pornografia è alimentare la violenza. La giustizia internazionale, la polizia internazionale sotto l’egida ONU, non funzionano come dovrebbero, perchè sono scomode: esigono una delega di sovranità statuale che le grandi potenze non sono disposte a sottoscrivere. Accettare che il Mondo abbia per davvero una grande “camera di compensazione”, vuol dire rintuzzare le ragioni naturali della forza, e dare forza alle ragioni pattizie del diritto. Ma è questa l’unica battaglia che ha senso fare nel terzo millennio, l’alternativa è la guerra di tutti contro tutti: quella evocata da Papa Francesco qualche giorno fa. Rispondere alla violenza, armando la guerra anzichè pretendere l’utilizzo della polizia internazionale e l’applicazione della giustizia penale internazionale è folle. Armare la guerra dei Kurdi iracheni (perchè di quelli che se le prendono in Turchia da anni, nessuno parla!), riciclando armi sequestrate durante la guerra dei Balcani è una follia, tinta di paradosso. All’inizio di Luglio del 1995 gli occidentalissimi Serbi massacrarono a sangue freddo almeno 8000 musulmani a Srebrenica. I Caschi Blu, in quel caso truppe olandesi, si ritirarono impotenti. Dentro questa storia c’è tutto. Nel bene e nel male. Questa storia porterà anche all’incriminazione dei dirigenti serbi davanti alla Corte penale dell’Aia e recentemente ha anche portato alla condanna di alcuni responsabili militari del contingente ONU da parte delle autorità giudiziarie olandesi. Certo, è più facile scambiare la storia per un video-game, dove si arma il proprio avatar per vederlo combattere, piuttsoto che coltivare il sogno di un Mondo dove la legge non sia soltanto quella del mercato, ma anche quella dei diritti umani. Ma ognuno di noi deve decidere che fare della propria vita. La guerra dovrebbe essere fuori legge, come lo sono i combattimenti tra cani. Apprezzo lo slancio del Presidente renzi che oggi in Iraq fa sentire che l’Europa non è soltanto una espressione geografica. Farebbe bene e in coerenza il Presidente Renzi se chiedesse al Presidente Obama, premio Nobel per la Pace, una cosa quasi banale: l’adesione degli USA alla Corte penale Internazionale. Coraggio!

Risposte tempestive per i testimoni di Giustizia!

“Collaboratori e vittime racket lamentano precarie condizioni” (ANSA) – ROMA, 19 AGO – “Per i testimoni di giustizia e i collaboratori servono risposte tempestive, chiare e rigorose”: a sostenerlo e’ Davide Mattiello, Pd, componente della commissione Antimafia. “In questi giorni – afferma – sono stato sollecitato da diverse persone, in particolare testimoni di giustizia e vittime di racket, che lamentano precarie condizioni di vita e gravi preoccupazioni sia sul piano della sicurezza che su quello del futuro lavorativo. Che qualcosa nel sistema di tutela e assistenza non funzioni, ne e’ consapevole la Commissione antimafia, che ha affidato al V Comitato il compito di elaborare una relazione, che sara’ pronta entro ottobre, ma ne e’ consapevole lo stesso ministero dell’Interno, che ha istituito un gruppo di lavoro per verificare e migliorare le prassi applicative. A questa buona volonta’ – prosegue il deputato del Pd – deve fare riscontro tempestivamente una immediata capacita’ di rispondere in concreto e con chiarezza alle richieste dei testimoni e dei collaboratori. Troppo spesso l’angoscia di queste persone dipende dai tempi eccessivamente lunghi o dalla opacita’ delle motivazioni o dalla informalita’ con cui vengono prese le decisioni, che per lo piu’ coinvolgono interi nuclei familiari”. Infine, precisa Mattiello, “rispondere con chiarezza e rigore non significa accontentare sempre e comunque le richieste di queste persone. Capita infatti che ci sia pure chi cerca di approfittare della situazione, scambiando lo Stato per un bancomat. Nelle forme opportune, lo Stato deve dire anche dei no, quando e’ necessario. quello che non e’ accettabile e’ lasciare queste persone appese al fino dell’incertezza, perse tra burocrazie labirintiche e carte bollate”. (ANSA)

(ANSA) – ROMA, 7 AGO – I deputati e le deputate dell’intergruppo parlamentari per la pace hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio Renzi e al Presidente della Conferenza Stato Regioni Sergio Chiamparino per chiedere di programmare e attivare “un piano di aiuti sanitari che coinvolga gli ospedali italiani per poter prestare le cure adeguate ai feriti, cure impossibili a Gaza. Innanzitutto ai bambini che, accompagnati da familiari, potrebbero essere trasportati dai nostri mezzi della Marina e/o dell’Aeronautica militare. Esperienza gia’ realizzata in altre crisi umanitarie come per esempio in Ruwanda (1994), Kossovo (1999)”. A firmare la lettera sono i componenti della delegazione del gruppo interparlamentare della pace che ha visitato Israele e Palestina: Franco Bordo, Vincenza Bruno Bossio , Renzo Carella , Davide Mattiello, Massimo Fioro, Filippo Fossati, Chiara Gribaudo, Marisa Nicchi, Valentina Paris, Michele Piras, Marietta Tidei.